Tutta Prata Camportaccio ai funerali dell'alpinista morto per salvare una ragazza: "Una grande persona"

Chiesa gremita per l'ultimo saluto a Franco Deghi. Il parroco: "Gesti simili esprimono una vita vissuta con valori"

Il feretro

Il feretro

Prata Camportaccio, 18 marzo 2015 - A San Cassiano (frazione di Prata Camportaccio), alle 14.30 di ieri, la chiesa parrocchiale era già gremita di fedeli in attesa della funzione religiosa dedicata a Franco Deghi, 57 anni, lo scialpinista che ha perso la vita in montagna, sabato scorso in Val Bregaglia, per il suo buon cuore. L’uomo è morto infatti subito dopo un momento di grande generosità, per aver aiutato una ragazza in difficoltà che faceva parte del suo gruppo escursionistico.

Il funerale del grande sportivo era previsto alle 15, ma alle 14 parenti, amici, conoscenti, continuavano a giungere riempiendo ogni ordine di posto in chiesa fino a occupare anche tutto il sagrato esterno. All’arrivo del feretro, accompagnato dalla moglie, dal figlio, dai fratelli e parenti più stretti, un silenzio assoluto ha pervaso tutta la chiesa, in attesa dell’inizio della messa officiata dal parroco don Gian Battista Binda unitamente ad altri tre sacerdoti.

«La morte ci coglie impreparati soprattutto noi che rimaniamo - ha detto il sacerdote nella sua omelia - anche quando è attesa, ma a maggior ragione quando è così improvvisa, come avvenuto con il nostro fratello Franco. E ogni volta ci si chiede: perché? Come? Nel fiore degli anni questo avvenimento così tragico. La risposta non c’è. Potrebbe prenderti la disperazione se si cerca una risposta umanamente, ma noi siamo cristiani. C’è un modo di vivere bello, ma c’è anche un modo di morire che fa la differenza, tragico, ma con una luce di speranza che afferma: è “partito“ dando l’ultimo regalo di amore a qualcuno, dando un gesto di solidarietà per venire in soccorso ad una altra persona . Sapete meglio di me che gesti come questi non si improvvisano, esprimono una vita vissuta con certi valori, in una certa maniera».

Al termine della funzione i commenti dei fedeli erano tutti rivolti alle cause che hanno causato il terribile incidente. Dalla ricostruzione ufficiale, appare sempre più chiara la grande generosità dimostrata da Deghi nel tentativo di aiutare la ragazza che si trovava in difficoltà. Ma uno sci dell’uomo si è sganciato e il malcapitato ha iniziato una caduta in un canalone fermandosi a circa 500 metri di distanza rimanendo esanime. I soccoritori, chiamati dai compagni, hanno dovuto constatare il decesso.

Franco Deghi lavorava in Svizzera presso un’azienda di costruzioni dell’Engadina, era stimato e rispettato. Anche nel Lecchese era molto conosciuto nell’ambiente del Cai e della montagna, per la sua partecipazione a diverse escursioni con gli amici del Club alpino lariano fra le quali la splendida avventura in Bolivia. Ora riposa nel cimitero del paese, a San Cassiano. Una persona sempre disponibile, dalla generosità sublime, che gli è costata la vita. La morte di Deghi segue in ordine di tempo quella di altro appassionato di montagna, il giovane Pietro Biasini di Ardenno.