Il Lario torna a popolarsi anche nei suoi fondali

Ottimismo per la stagione ittica, punto nodale dell’offerta turistica. Regione Lombardia chiede deroga su immissione di specie alloctone

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BELLAGIO (Como)

di Roberto Canali

Insieme all’anno del ritorno dei turisti il 2021 potrebbe essere ricordato sul Lario anche per la ricomparsa di lavarelli e coregoni. "Dopo anni difficili possiamo sbilanciarci a un cauto ottimismo – spiega Alessandro Sala dell’Ittiturismo Ristorante Mella – la stagione è iniziata bene e soprattutto sembra che ci sia una regolarità nel pescato che è la cosa che ci serve per garantire le forniture ad alberghi e ristoranti". Per gli operatori turistici del lago alla ricerca di un rilancio nel nome del turismo di qualità poter servire agli stranieri il pescato locale non è solo un motivo di vanto.

"Oggi i clienti sono molto esigenti e giustamente vogliono scoprire un territorio anche in base ai suoi prodotti tipici – prosegue Alessandro Sala – Il pesce di lago è molto gustoso e merita di sicuro un assaggio. Purtroppo siamo reduci da anni molto difficili, il problema più grande è legato alla riproduzione che spesso è condizionata dall’abbassamento delle acque durante il periodo di frega". Colpa del clima impazzito che negli ultimi anni ha inanellato una lunga serie di inverni miti e senza precipitazione, ma anche delle scelte dell’uomo.

"Purtroppo i lavarelli necessitano di periodo di riproduzione molto lungo, una quarantina di giorni, in cui le uova che vengono deposte a riva devono rimanere coperte dall’acqua. Se il livello del lago scende le rive si trasformano in pietraie e le uova si seccano. Negli ultimi anni grazie all’incubatoio di Fiumelatte si è cercato di reintrodurre il pesce nel lago, ma rimane ancora tanto da fare e senza l’aiuto degli enti regolatori non è facile. Pensare che basterebbe cambiare delle piccole cose per riuscire a fare tanto".

L’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, Fabio Rolfi, è pronto a introdurre una deroga alla direttiva ministeriale che prevede lo stop all’immissione nelle acque regionali lombarde di diverse specie considerate alloctone come il coregone, il lavarello, la trota fario quella iride a e il salmerino alpino. "Stop all’ambientalismo ideologico. La Regione – ha dichiarato Rolfi – ha effettuato uno studio scientifico e storico: il lavarello è presente a Como da oltre un secolo, considerarlo alloctono è fuori da ogni logica. Questa specie genera un indotto economico sul Lario di circa 10 milioni di euro, la Regione ha fatto chiesto una deroga al ministro Cingolani e contiamo, a nome degli oltre 8.000 pescatori di Como e Lecco, di avere risposta positiva a breve. In caso contrario procederemo in maniera autonoma".