"Il cantiere per la ciclabile farà chiudere il bar"

La titolare di “Dolci Tentazioni”, Noris Petrini: non possiamo mettere i tavolini all’esterno per aiutarci in questo drammatico momento

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Il cantiere per una ciclabile le ha fatto crollare gli incassi e le impedisce, inoltre, di godere di una possibilità offerta dal “rilancia Italia”. E si è vista così costretta a lasciare a casa la collaboratrice. "La misura a sostegno degli esercizi pubblici per l’occupazione gratuita di suolo pubblico è previsto resti in vigore sino a fine ottobre. Si fermino i lavori e si riprendano allora. Quello che ha fatto il Covid-19 all’economia non è niente, rispetto a quello che mi sta facendo l’amministrazione comunale che mi sta mettendo nelle condizioni di dovere chiudere la mia attività".

Lo afferma Noris Petrini, titolare in via Stelvio 17 a Sondrio di “Dolci Tentazioni”: si è attivata per avere la possibilità, come previsto dalla normativa vigente, di occupare in maniera del tutto gratuita e temporanea, uno spazio pubblico da destinare alla clientela. Un’opportunità che è stata colta da numerosi colleghi di Noris.

"L’intento era quello di concedere gli spazi a partire da queste prime settimane di giugno per sostenere gli operatori e favorire la ripartenza - aveva spiegato Francesca Canovi, assessore alle Attività produttive - e siamo soddisfatti di esserci riusciti. Baristi e ristoratori hanno valutato in modo positivo questa occasione, come si può notare con tanti tavoli all’aperto che consentono di rispettare le regole sulla sicurezza: un invito ai cittadini a fermarsi per una pausa, per il pranzo o la cena". Ma ciò non è possibile farlo nel locale di Petrini. A lei questa possibilità, secondo il suo racconto, non è concessa. Davanti al suo bar, infatti, c’è un cantiere per la realizzazione finale della pista ciclabile, partita dai Trippi. "In un primo momento - afferma l’esercente - un architetto dell’Ufficio tecnico del Comune, a fronte delle perplessità mie e del mio compagno, Stefano Crapella, sui rischi dei clienti di essere investiti da qualche ciclista mi riferiva che il marciapiede sarebbe stato diviso dalla pista tramite un’aiuola e che se fossimo stati interessati l’aiuola avrebbe potuto essere chiusa dandoci così la possibilità di creare uno spazio esterno per la clientela. Poi, invece, ci è stato detto che i tavolini avremmo potuto metterli, ma solo attaccati alla vetrata del bar: proposta inaccettabile perchè esposti al sole estivo , senza alcuna protezione a ridosso di una vetrina che rifrange i raggi solari e con una pista in asfalto, d’estate solo un pazzo si potrebbe fermare a ristorarsi".