ANDREA
Cronaca

Il buona Tognu e il peccato della braghetta

Il vecchio proverbio della Bassa riflette sul peccato della braghetta e la complessità dei comandamenti religiosi nella civiltà contadina. Tognu, uomo di fatica e curioso, chiede al parroco Don Carlone il significato di "fornicare", scoprendo la sua vera natura peccaminosa.

Maietti

Dice un vecchio proverbio della Bassa: "Se il Padreterno non perdonasse il peccato della braghetta, starebbe da solo in paradiso a suonare la trombetta". La civiltà contadina aveva i casti pudori di Lucia Mondella, ma stimolava pure la tentazione di metterli alla prova. C’era poi la lingua (l’italiano, voglio dire) che era complice a non farli nascere certi sensi di colpa. Don Carlone, parroco di Bassariva negli anni Trenta del secolo scorso. La sua austera educazione ecclesiastica lo induceva a elencare i dieci comandamenti abbassando inconsciamente la voce sul sesto. Parendogli poi la locuzione "Non commettere atti impuri" persino troppo allusiva, pensava bene di usare l’alternativa assai più ermetica "Non fornicare". Nessuno dei suoi parrocchiani, ad esclusione del medico condotto e forse il sindaco, poteva sapere il significato di fornicare. Ma c’era qualcuno cui, almeno una volta, capitava di chiedersi cosa mai volesse dire quel comandamento, per cosa c’entrassero le formiche. Uno di questi era Tognu el famèi (famiglio), addetto alla stalla del padrone, ma anche factotum del parroco nel tempo libero: sagrestano, chierichetto, uomo di fatica. Tognu era un pezzo d’uomo sulla trentina, apprezzato per la sua vigorìa nel lavoro, ma anche facile ad attaccar bottone con le femmine, specie se giovani e in carne. Tognu non aveva remore di sorta. Si sentiva perfettamente in pace con la sua coscienza di buon cristiano, visto che lui le donne sposate le lasciava in pace, perché il comandamento "Non desiderare la donna d’altri" era chiaro anche per lui, che parlava solo dialetto. Con le donne libere lui, da buon cristiano, stava ben attento a che i suoi incontri non avessero problematiche conseguenze dopo nove lune. Ma quel benedetto "fornicare", che mai voleva dire? Un bel giorno, mentre ramazzava la sagrestia, non si trattenne: "Don Carlo, el g’ha da scüsàm, ma che diaul vör di’ fornicare?". Don Carlone prima avvampò, poi tergiversò, finalmente si arrese: "Ma come, proprio tu hai la sfacciataggine di chiedermelo? Fornicare l’è el pecàt de la braghéta, o malnatòn!"