Nicola Di Cesare, il Gaudì di Grosio

Dietro casa ha realizzato un parco d'arte come a Barcellona

Nicola Di Cesare

Nicola Di Cesare

Grosio, 25 aprile 2019 - A Grosio, lungo la sponda rocciosa della «Rauscera», c’è un pezzo di Catalogna, un giardino con oggetti coloratissimi e muretti incastonati di pietre e materiali di risulta che non può non emozionare e non ricordare alcune opere viste in alcuni luoghi della comunità autonoma spagnola. Una sorta di castello incantato, una struttura senza età, composta da archi e muretti in cui troneggiano oggetti meravigliosi della vita quotidiana rurale, rivestiti di sassolini e da materiali vari. Ma chi ha potuto ideare un’opera del genere? Gaudì? No, lui ha operato a Barcellona e di certo non è mai passato per Grosio. E allora? Se si guarda bene, questo giardino potrebbe sembrare un insediamento secolare, frutto di un’altra «civiltà», ma questa opera ai più sconosciuta non è altro che il frutto del passatempo di una vita di Nicola Di Cesare, 69 anni, abruzzese di nascita ma grosino d’adozione, vivendo nel paese valtellinese da oltre 50 anni,dove si è sposato. 

La storia del suo meraviglioso giardino dietro casa parte all’inizio degli anni ’80. «È iniziato tutto nel 1981 – dice Di Cesare – ed è ancora oggi, a 38 anni di distanza, il mio hobby preferito. È lì che passo il mio tempo libero…». I muretti a secco presenti dietro casa, in perfette condizioni e curati con grande maestria, sono veramente un’opera d’arte, con oggetti ricoperti di sassolini con uno stile che, fatte le debite proporzioni, assomiglia a quello di «Gaudì» o a qualcosa del genere. Il risultato è una sorta di piccolo parco privato, unico nel suo genere, tra fiori e piante che ne fanno da contorno.

 «I sassolini li raccolgo sia dietro casa, sia in montagna… E i pezzettini colorati fanno parte di materiali di risulta, per esempio il rosso che si vede è quello degli «stop» di una macchina che li ha rotti. Io li ho raccolti e li ho usati…». Ma come ha cominciato a costruire questa opera ? «Mah, è iniziato così quasi per caso e adesso è la mia passione. Al posto di andare al bar a bere, mi reco dietro casa, mi rilasso e mi diverto così… E anche mia moglie è sempre stata contenta e lo è ancora di questo mio passatempo. In famiglia sono un po’ meno contenti quando vado in discarica per portare un sacco con qualcosa e torno con due sacchi di materiale che mi serve poi per allestire i muretti o gli oggetti dietro casa». Ma, Di Cesare, lei si è ispirato a qualcuno per costruire tutto questo? Un po’ di Gaudì o qualcun altro? «No, veramente, è tutta farina del mio sacco, mi viene naturale operare in questo modo. Ho fatto tutto di testa mia». Genio. Qualcuno, su internet, ha proposto di portare le scolaresche a vedere le opere. Può essere un’idea ma cosa ne pensa il signor Di Cesare? Per lui in fondo questo è il suo passatempo…