Guido Scaramellini: "I crotti meritano la tutela Unesco"

Turismo e cultura, la ricetta del presidente del Centro di studi storici valchiavennaschi

Il professor Guido Scaramellin

Il professor Guido Scaramellin

Chiavenna (Sondrio), 4 aprile 219 - «Il Centro di studi storici valchiavennaschi - fondato nel 1959, per iniziativa di don Peppino Cerfoglia, con lo scopo di promuovere la ricerca e lo studio della storia e della cultura della Valchiavenna – collabora con le istituzioni sin dal momento della sua nascita. Questi rapporti si sono intensificati notevolmente negli ultimi 10 anni, con le amministrazioni comunali che hanno cercato – e ascoltato – sempre più spesso il nostro parere ed i nostri consigli».

Guido Scaramellini, presidente del Centro studi dal 2003, ha le idee molto chiare e ritiene che questa non sia altro che una base da cui partire, per continuare a far conoscere sempre a più persone la storia, la cultura e le bellezze di tutta la Valchiavenna. «Con l'attuale amministrazione comunale di Chiavenna questa collaborazione si è intensificata ulteriormente. Basti pensare, anche quest’anno, alle numerose iniziative che stiamo portando per la commemorazione del 150° anniversario dalla nascita di Giovanni Bertacchi». Questa partecipazione, secondo il presidente Scaramellini, deve allargarsi però a tutte le associazione e le amministrazioni della Valchiavenna. «Nella nostra valle sono presenti più di 2.000 crotti, situati in 90 località diverse. Questi sono la nostra vera peculiarità ed è alla loro valorizzazione che si deve puntare con forza. Dispiace vedere che molti sono stati trascurati negli ultimi periodi. Il sogno sarebbe quello di renderli patrimonio dell’Unesco, tuttavia la strada per raggiungere questo obbiettivo è ancora lunga. Ci sono numerosi crotti che necessitano di interventi di restauro importanti». Questa operazione dovrebbe essere compiuta, sempre secondo Scaramellini, con uno standard specifico in tutte le zone interessate. «Andrebbe istituita una commissione di valle che formalizzi delle regole riguardo la valorizzazione. Nominando, in ogni Comune, un referente che si occupi di applicarle ai crotti interessati». Non si limitano, però, ai crotti le osservazioni del presidente Scaramellini. «Bisognerebbe pensare ad una distribuzione degli eventi di stampo culturale durante l’arco di tutto l’anno. Mantenendo aperto, tutte le stagioni, il patrimonio museale della Valchiavenna. Mi riferisco soprattutto a Palazzo Vertemate (affascinante complesso, che comprende palazzo, rustici ed un sistema di aree a verde, che sorge all’estremità nord dell’abitato di Piuro, ndr.), un bene così unico dovrebbe esser visitabile durante tutto l’anno. Anche la segnaletica presente sul territorio, e al di fuori di esso, andrebbe migliorata. Bisogna rendere il più chiaro possibile, ai potenziali visitatori, quali siano meraviglie e peculiarità che questa nostra valle ha da offrire».

In conclusione, il professor Scaramellini afferma come il superamento dei campanilismi debba essere il punto di partenza per una crescita sempre maggiore: «Dobbiamo riprendere un discorso di unione sotto un’unica istituzione da parte dei Comuni della Valchiavenna. Questo non solo per una questione puramente economica, va da sé che con la partecipazione di tutti ci saranno anche più soldi per tutti. Ma semplicemente perché siamo tutti all’interno della stessa valle, uniti dalla stessa cultura, per la quale non ha senso continuare a fare delle lotte intestine. Il campanilismo può essere visto come segno di attaccamento verso il proprio territorio, su questo non ci piove. Ma questo non deve trasformarsi in una sorta di cecità nei confronti del resto del mondo».