Bormio, frana sulla statale 38: "Caro presidente Mattarella, intervenga lei"

Una guida alpina scrive al presidente della Repubblica

Caduta sassi sulla Statale 38 a Bormio

Caduta sassi sulla Statale 38 a Bormio

Bormio, 25 settembre 2019 -  Ha scritto direttamente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per affidargli in qualche modo la viabilità provinciale e, in particolare, la statale 38 nel tratto tra Bormio e il passo dello Stelvio, da quasi un mese chiusa per una frana.

«Ho la fortuna di abitare in alta Valtellina, “Magnifica terra” ai piedi del passo dello Stelvio, che si trova in una assai problematica situazione di collegamenti con l’Italia – scrive Erminio Sertorelli, guida alpina e maestro di sci -. Porto alla sua cortese attenzione la situazione in cui versa la statale 38 dello Stelvio nel tratto tra i 1220 metri dell’abitato di Bormio e i 2.760 del passo dello Stelvio, strada statale che riveste un enorme valore di carattere storico, paesaggistico, ingegneristico e che rappresenta un forte richiamo turistico internazionale per la bellezza del paesaggio e l’arditezza del suo sviluppo. I 200 anni di storia della strada, voluta dall’imperatore d’Austria, parlano da soli e non serve aggiungere nulla al proposito». «Purtroppo l’attuale gestione della strada è caratterizzata da manifesta incapacità con gravi conseguenze sia nei confronti della viabilità che della doverosa conservazione del bene stesso – prosegue Sertorelli nella sua missiva -. Il tracciato si snoda in un territorio montano che presenta situazioni di unicità e di specificità tali da richiedere una gestione in sintonia con l’ambiente circostante. Il risultato che ne consegue è l’impossibilità di gestire adeguatamente questa via, o qualsiasi altra strada di montagna, con le medesime procedure di intervento e prevenzione previste per il resto della rete viaria italiana. Il problema di questi giorni, dovuto alla caduta di alcuni sassi dal pendio sovrastante, non rappresenta nulla di eccezionale; quello che invece risulta essere eccezionale è la prolungata chiusura al transito, fatto mai accaduto nei due secoli di storia della strada. Tutto ciò è dovuto a decisioni (o meglio indecisioni) assolutamente incomprensibili e irragionevoli». Il problema, Erminio Sertorelli ne è certo, è «la cronica mancanza di adeguate opere di prevenzione che ha contribuito a peggiorare la situazione attuale. Sono peraltro convinto che per una buona gestione di questo prezioso bene non siano sufficienti competenze e capacità tecniche, doti peraltro indispensabili, ma sia necessario amore nei confronti di questa mirabile opera. Tutte qualità che stento a riconoscere nei dirigenti e nel personale impiegato nella gestione attuale. Mi preme anche esprimere la mia preoccupazione affinché il genio dell’ingegner Donegani, mirabile progettista dell’opera, non venga oltraggiato dai tecnici contemporanei».