Sondrio, barista aggredito: condannato un giovane cileno

Il titolare del locale era intervenuto per difendere una sua dipendente

Paolo De Sanctis, con una dipendente che non è quella aggredita il 26 luglio 2020

Paolo De Sanctis, con una dipendente che non è quella aggredita il 26 luglio 2020

Sondrio - La notte del 26 luglio 2020 lui e la sua dipendente erano stati aggrediti da un cliente ubriaco. Intervennero poi gli agenti della Squadra Volante e l’ambulanza. Ora hanno ottenuto giustizia e un risarcimento. Si è tenuta, nei giorni scorsi, davanti al giudice di pace Rosella Terzolo l’udienza nei confronti di Adrian Felipe Chamorro Reyes, 33enne cileno residente a Sondrio, accusato di aver procurato lesioni personali a Paolo De Sanctis, 65 anni, titolare del bar Desa in piazzale Bertacchi, nel capoluogo valtellinese, e a una sua dipendente, Melani Wildalis Hernandez Reyes. A raccontare quello che era accaduto, il giorno dopo, era stato proprio De Sanctis.

"Avevo già fatto uscire gli ultimi clienti – raccontò - quando attorno alle 2.30 di domenica è entrato un giovane italiano che inizia a importunare una mia collaboratrice. “Lasciami stare, la vuoi smettere ? Lascia perdere, piantala“, grida impaurita la mia cameriera. Sento e rientro nel locale, dove stavamo effettuando le pulizie anche ai tavolini all’esterno, prima della chiusura delle 3. Intuisco che qualcosa non va e invito il ragazzo a uscire subito e gli dico di non venire mai più, in quanto non gradito nel locale. Si allontana, ma si ferma su una sedia all’esterno e impreca contro di noi. Lo avvicino di nuovo e gli ribadisco l’invito ad andarsene. A quel punto vengo avvicinato dal suo amico cileno che, senza proferire alcuna parola, mi sferra due pugni al volto".

Anche la giovane subì lesioni ad un labbro per alcuni schiaffi dati dall’aggressore, difeso dall’avvocato Monica Cabello, che è stato condannato al pagamento di 600 euro di multa e delle spese processuali. Le due vittime, entrambe assistite dall’avvocato William Limuti del Foro di Sondrio, hanno ottenuto un risarcimento: 6.000 euro per il titolare dell’esercizio pubblico, 1.500 per la dipendente. Infine, il cileno dovrà anche pagare le spese processuali sostenute dalle parti civili.