Figlio e moglie uccisi da carico di legname perso da un Tir. "Voglio giustizia"

Enrico Dei Cas ha perso moglie e figlio travolti dal carico mentre si trovavano in auto. Dopo tre anni fissato il processo

Matteo Dei Cas con la mamma Maria Grazia Pomoli davanti alla cattedrale a Parigi

Matteo Dei Cas con la mamma Maria Grazia Pomoli davanti alla cattedrale a Parigi

Ardenno (Sondrio) - Il 1° ottobre 2019 la sua famiglia venne distrutta in un tragico incidente sulla statale 38. In territorio comunale di Ardenno, in Valtellina, poco dopo una curva un Tir perse il pesante carico di legname che piombò sull’utilitaria condotta dalla moglie Maria Grazia Pomoli, 55 anni, stimata insegnante di Religione alla media Ligari di Sondrio, sulla quale viaggiava il figlio più piccolo, Matteo di 15 anni, che la donna stava accompagnando alla stazione di Morbegno, da dove il ragazzo - che quella mattina non prese il bus per dormire un po’ di più con la mamma che si era offerta di accompagnarlo in auto ("Uno dei suoi tanti gesti d’amore verso i figli", dice il vedovo sorretto da una grande Fede) - avrebbe preso il treno per Colico e quindi da qui a Chiavenna, per frequentare l’alberghiera “Crotto Caurga”.

Prima il giovane studente ("Un adolescente molto socievole, praticava il running a livello agonistico nel Gs Valgerola e il calcio nell’Ardenno", lo ricorda il padre) sul colpo, schiacciato nell’abitacolo da diversi quintali di travi, e poi la mamma, qualche ora dopo in ospedale, morirono in quel drammatico incidente.

Le cinghie non erano adeguate a trattenere il pesante carico sul camion? Il legname non era stato posizionato nella maniera corretta  Erano state collocate le assi di contenimento, ossia appositi perni per bloccare le travi  Furono commessi altri errori durante le fasi di carico in ditta? La velocità era troppo elevata e un sobbalzo nell’affrontare una curva incisero nella dinamica ? Sono alcune delle domande, dopo i rilievi della Polstrada, a cui hanno dovuto dare risposte i consulenti.

Ancora la vicenda giudiziaria non si è chiusa, ma sabato è trapelato che il procuratore facente funzioni di Sondrio, Elvira Antonelli, titolare dell’inchiesta aperta quasi 3 anni fa, nelle scorse settimane ha trasmesso l’avviso di conclusione indagini, atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio. Si è appreso che ha formulato le imputazioni a carico dell’autista del mezzo, del legale rappresentante della ditta, con sede nel Lecchese, e di altri soggetti riconducibili all’impresa.

L’ipotesi accusatoria è di omicidio stradale ex articolo 589 bis del Codice penale e, in particolare, alla luce anche dell’esito delle perizie, il magistrato non ha riconosciuto alcuna attenuante nel formulare l’imputazione, proprio come richiesto dagli eredi delle due vittime, assistite dallo studio degli avvocati Giovanni Arduini e Valentina Baruffi di Sondrio. Il giudice delle udienze preliminari, nel frattempo, ha fissato la data in cui la richiesta di rinvio a giudizio verrà presa in esame: si terrà il 10 marzo. In detta udienza il gup dovrà decidere con la possibilità, in quella sede, che gli imputati, o taluni tra essi, chiedano un rito alternativo per essere giudicati.

«Noi ribadiamo l’intento morale alla base di tutto - dichiara il dottor Enrico Dei Cas, esponente di spicco della Cisl provinciale occupandosi della sicurezza dei lavoratori nel settore artigiano e marito e padre delle vittime -: vogliamo evitare che fatti come questo, con il dolore immenso che ha provocato in me e nell’altro figlio Francesco, oggi 22enne, possano ancora verificarsi e che altri, pertanto, debbano vivere un dramma senza fine come il nostro. Non porto rancore nei confronti dei responsabili, anche se mai, da quel giorno, ho ricevuto una chiamata, un messaggio di scuse per quanto successo. Ma mi aspetto giustizia, ovvero una sentenza giusta che possa servire da vero monito".