Maietti
Aprile è il più crudele dei mesi, dice il poeta (Eliot). Sto scendendo alla casa della pergola a Costaverde, dove mia madre e mio padre consumavano i giorni tra letto e poltrona, ormai da qualche anno. Frizzica l’aria sotto un cielo manzoniano, tanto che l’erba se ne innamora e vorrebbe protrarre fino a notte il suo leopardiano brillare. "Io non ho visto a estate o a primavera bellezza pari dell’autunno a sera". Tu non mi incanti, John Donne. Settembre ti può solo illudere, mettendosi l’abito di festa, prima che la pìetas della nebbia lombarda ricopra il brivido dei passi sulle foglie secche nel viale dei ricordi. Che faceva pa’ Pino quando lo premeva un pensiero? Andava all’osteria. Ci vado anch’io. È quasi deserta l’osteria. Un paio di vecchi amici sfogliano il giornale. La guerra: lontana e così vicina. "Porta una bottiglia giusta che è meglio", ordinano gli amici all’oste. Il vino dissotterra ricordi. Robinson, un amico di mio padre. Viveva solo in una casupola sull’argine destro dell’Adda, a perpetuo rischio di piena. Quella del ’94 è arrivata a lambire le finestre del piano superiore. Sono andati i pompieri per portarlo via, ma lui ha imbracciato la doppietta, minacciando di prendere a schioppettate chiunque avesse osato provarci. Lui e pa’ hanno condiviso una vita di avventure sul fiume, quando l’Adda era l’Adda, tra boschi e marcite dietro l’usta di lepri e beccaccini, quando la caccia era caccia. Mi mancano le loro storie, adesso che la bottiglia è finita e invano gli amici vorrebbero che mi fermassi per stapparne un’altra. Ci fosse Robinson si potrebbe andare incontro alla notte cantando con lui: "O mia Rosina tu mi piaci tanto, siccome il mare piace alle sirene". Si metterebbe a suonare l’ocarina. Per l’ultimo compleanno di pa’, Robinson aveva suggerito di fare un po’ di musica sull’aia. "Tu potresti suonare l’ocarina", l’aveva provocato pa’. Lui ha guardato l’amico stirando un sorriso obliquo, frullando l’indice e il pollice alla fronte: "Mì e tì – ha ridacchiato – è un pezzo che abbiamo smesso di suonarla l’ocarina". È maledettamente vero, Aprile è il più crudele dei mesi.