Alcolismo, si abbassa la soglia d’età: in Valtellina un progetto per il recupero

Sempre più adolescenti fanno abuso di alcolici

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Morbegno (Sondrio), 16 settembre 2019 - «Entro fine mese dovremmo essere pronti per i Tavoli tecnici atti a definire i protocolli d’intesa e dare così concreto avvio alla Rete, volta a fronteggiare al meglio sul territorio la piaga dell’alcolismo che, negli ultimi anni, ha abbassato sempre più la fascia di popolazione colpita». Lo afferma Francesco, coordinatore per la Valtellina dell’associazione Alcolisti Anonimi, operante in provincia da 40 anni e con gruppi a Livigno, Bormio, Sondrio e Colico (Lecco). A gennaio si è tenuta un’importante riunione, presieduta dall’allora prefetto Giuseppe Mario Scalia, con al centro il ruolo rilevante dell’Associazione nella prevenzione, cura e riabilitazione dall’alcolismo in Valtellina e Valchiavenna.

Oltre ai vertici delle forze dell’ordine erano intervenuti Mirosa Oreggioni, assistente sociale dell’Ufficio di Piano di Morbegno, Lucia Angelini, assistente sociale coordinatore della Provincia di Sondrio, Luigi Durante, tecnico coordinatore del personale di vigilanza e ispezione in forza al servizio Psal del Dipartimento di Igiene e prevenzione sanitaria dell’Ats di Sondrio, Carmela Ongaro, coordinatrice didattica del Corso infermieristico, Serenella Pansoni, responsabile dell’Ufficio patenti della Prefettura, Massimo Tarantola, direttore dell’Area dipendenze dell’Ats e tante altre figure, come Gabriela rappresentante di Alanon. Da più parti emerge l’esigenza di fronteggiare il problema dell’alcolismo, ma poi non si arriva a delle soluzioni per mancanza, spesso, di risorse interne agli enti: è così nata la volontà di costituire una Rete in grado di ottimizzare i fondi a disposizione. Scalia chiese ai presenti di indicare delle modalità per trovare, inizialmente, un argine al fenomeno, attraverso concrete modalità d’integrazione dei percorsi di recupero di alcolisti che si basano principalmente su competenze ed esperienze in questo campo. «Il dottor Scalia ha avuto la lungimiranza di affrontare il problema dell’alcolismo oltre all’aspetto della sicurezza stradale - dichiara Francesco - anche coinvolgendo gli attori a monte, al fine di un vero recupero personale. L’alcolismo va affrontato in tutte le sue parti.

Ora andremo a creare delle Reti fra ospedali, medici di base, Serd (ex Sert), personale infermieristico e di Pronto Soccorso, associazioni Alcolisti e Alanon (i familiari e chi ha rapporti stretti con l’alcolista) e altri enti e categorie produttive. Molte persone diventano progressivamente dipendenti dall’alcol senza averne consapevolezza: per questo motivo le prime richieste di aiuto, di solito al medico di base, provengono dai familiari. La conoscenza, ad esempio, dei gruppi di auto-mutuo-aiuto di Alcolisti Anonimi da parte dei medici di base è di fondamentale importanza. Tanti soggetti non sanno di poter contare sull’efficace sostegno, del tutto gratuito, del gruppo Alcolisti Anonimi che può migliorare l’esito delle cure specialistiche del servizio sanitario pubblico. Il nostro obiettivo è di intercettare la richiesta di aiuto, sia che arrivi da pazienti già in cura, sia che si manifesti come un disagio in ambito familiare e lavorativo». Il nuovo prefetto di Sondrio, Paola Spena, prosegue nel solco tracciato dal suo predecessore il quale ha voluto che i diversi interlocutori facciano tra loro sinergia. È coinvolta, nel progetto, anche l’università Statale di Milano, sede distaccata di Faedo. I 4 gruppi di Alcolisti Anonimi sono frequentati da circa 60 alcolisti, un’ottantina quelli di Alanon. Ecco tra parentesi i recapiti telefonici dei 4 gruppi di AA: Bormio (334-3950495), Livigno (334-3951486), Sondrio (366-9063759), Colico (333-4322170).

«Il 35% ha iniziato a bere prima dei 16 anni - spiega Egidio, referente provinciale di Alcolisti Anonimi - e sino a 30 anni solo il 2% si convince di avere un problema; fra i 40 e i 60 anni è il 57% a rendersi conto di avere un problema. Il 72% di chi inizia a frequentare i nostri gruppi continua a farlo: il 65% sono uomini, il restante 35% donne. Importante è come se ne esce. Il programma di recupero è composto da 12 passi. Un altro dato interessante: il 78% dei recuperati migliora nettamente i rapporti nella sua vita sociale. Noi ci autodefiniamo il ‘popolo delle 24 ore’». Perché ogni giorno si deve rinnovare e vincere la sfida contro la dipendenza dall’alcol.