A piedi sulla via del Bitto tra storia e paesaggi alpini

La salita alla Casera di Olano alla scoperta di come nasce, da secoli, il formaggio

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COSIO V. (Sondrio)

Una salita di circa un’ora e mezza, per un dislivello di 550 metri circa, che in realtà è anche un piccolo viaggio nella storia agricola di questi monti. Il percorso verso la casera di Olano, a quasi 1.800 metri, è tutto questo se lo si vuole guardare con gli occhi della scoperta, altrimenti è semplicemente una bella passeggiata capace di offrire scorci che aprono il cuore su Orobie e Retiche (con il Disgrazia sullo sfondo), ma anche sull’Alto Lario e la Bassa Valle, Morbegno e Talamona, Costiera dei Cech, valli del Bitto e il profilo della Val Tartano. La partenza dell’itinerario è al Rifugio della Corte, a 1.250 metri, raggiungibile in auto da Rasura attraverso una strada agro-silvo-pastorale solitamente soggetta a pedaggio (ma non in questi tempi di Covid). Da lì, ottimo punto per un ristoro alla partenza o all’arrivo, dopo una salita di un centinaio di metri si imbocca una mulattiera di recente realizzazione che si inerpica sinuosamente evitando pendenze troppo significative. Dopo aver superato la località le Tagliate e un bosco di larici e abeti si arriva ai pascoli del Pe’, dove è facile incrociare lo sguardo di una marmotta di vedetta alla propria tana da uno dei muretti in pietra anticamente usati per contenere le mandrie al pascolo. Reperti questi, accanto ai “calècc“ - le costruzioni in sasso che da secoli fungono da caseifici temporanei permettendo ai casari di trasformare sul posto il latte appena munto nel formaggio che dopo la stagionatura diventerà bitto - la cui vista da sola varrebbe l’escursione.

Proprio qui troviamo il primo dei numerosi abbeveratoi che costeggiano il percorso e che permettono anche all’escursionista di fare qualche sorso. Salendo, in un zigzagare mai troppo impegnativo anche se non più al riparo degli alberi, si giunge presto alle baite della “Muta“, dove si costeggia un laghetto artificiale abilmente alimentato da una condotta lunga centinaia di metri realizzata con tronchi incavati. Dopo un pianoro ecco la casera, gestita negli ultimi 19 anni dall’azienda agricola Milesi di Dubino che qui manda avanti un’agricoltura eroica fatta di fatiche, soddisfazioni e ottimi prodotti (acquistabili anche all’agriturismo La Fiorida di Mantello). Il rientro è il tracciato a ritroso.