
Il rapper Sfera Ebbasta
Morbegno, 4 gennaio 2017 - Il «marchio» gliel’ha suggerito Facebook. «Il mio nome da writer è Sfera, ma per l’iscrizione a FB c’era bisogno pure del cognome così ho scritto ‘ebbasta’, che da quel momento è diventata la mia nuova identità», ammette l’autoproclamato «Trap King» (il filone «southern rap» molto in vena al momento nelle cose della musica) in scena domani sera al Megashow di Forcola, in Valtellina, lungo quella strada che il 3 e 4 marzo lo (ri)porta a Milano sul palco dei Magazzini Generali. Quando nella sua cameretta a Cinisello (Ciny, come lo chiama nella hit che lo ha reso famoso) Gionata Boschetti, pardon Sfera, pensava ad un futuro da star, immaginava di riuscire a far ascoltare la sua musica, firmare un contratto, andare in America e lavorare con artisti internazionali.
Due sogni su tre glieli ha realizzati già il primo album «XDVR», mentre il più recente «Sfera Ebbasta» ha provato a farlo conoscere pure all’estero; e se non (ancora) in America, almeno in Francia, dove la collaborazione di «Cartine Cartier» con il rapper marsigliese SCH gli ha dato una certa visibilità. Merito delle basi reggaeton, degli inserti in francese, ma pure di un produttore che la sa lunga come Charlie Charles. «Io sono il frontman e lui il regista; ci completiamo a vicenda» assicura Sfera Ebbasta, 24 anni. Al netto delle ironie di qualche collega («se Salmo decide di prendermi di mira, ho già vinto io»), la voglia è quella di andare oltre. «Ci siamo sorbiti per anni i surrogati di fenomeni stranieri, ma ora il resto del mondo è arrivato di colpo in Italia», assicura. «Anche se vivi in Vittorio Emanuele puoi trovare nei miei pezzi una rima che ti rappresenta. E questo perché la distinzione fra centro e periferia non esiste quasi più, e le vite dei ragazzi oggi sono tutte abbastanza simili, proiettate verso un’attitudine da strada fatta di compagnia, motorini, fumo, pacco dell’amico spacciatore: così chiunque può ricondurli a un’esperienza di vita vissuta».
Ma «Ciny» rimane dietro alla canzone e sullo sfondo di alcuni video, perché oggi Sfera-Gionata abita a Corsico. «Sono un bravo ragazzo in un brutto quartiere» dice lui a proposito di Cinisello. «Ovviamente il termine ‘brutto’ va inteso nel senso di degradato, non di qualcosa accostabile al Bronx. Tant’è che nel video di ‘Ciny’ non ho voluto mettere armi o droga, ma solo bambini che giocano per strada».