Operato con il robot a Bergamo, chirurghi assistono a distanza di 1.200 km

All'Humanitas Gavazzeni il primo intervento europeo di telementoring in cardiochirurgia robotica

Alfonso Agnino, cardiochirurgo, sulla destra; Claudio Roscitano, anestesista, a sinistra

Alfonso Agnino, cardiochirurgo, sulla destra; Claudio Roscitano, anestesista, a sinistra

Bergamo - In futuro potrebbe succedere che un paziente sia in sala operatoria in Italia mentre il chirurgo che lo opera, attarverso un robot, sia in Francia. Un futuro che ha le basi nelle tecnologie all'avanguardia del presente, come quelle dell'Humanitas Gavazzeni di Bergamo, dove nei giorni scorsi si è tenuto il primo intervento europeo di telementoring in cardiochirurgia robotica. L’équipe del dottor Alfonso Agnino, responsabile della Cardiorobotica e Chirurgia mininvasiva di Humanitas Gavazzeni, ha eseguito un intervento di riparazione della valvola mitrale con un innovativo sistema di telecamere collegate alla consolle del robot che ha consentito la partecipazione in diretta degli specialisti del cuore dell’Università di Rennes e una nuova modalità di controllo del campo operatorio. 

In concreto, l’équipe guidata dal professor Amedeo Anselmi, docente all’Università di Rennes, e dal professor Jean Philippe Verhoye, presidente della Société Française de Chirurgie Thoracique et Cardio-Vasculaire, ha potuto assistere in diretta, a 1.200 chilometri da Bergamo, all’interna seduta operatoria e partecipare al debrief finale sul caso. Senza mai spostarsi dal proprio ospedale.

Cos'è la cardiochirurgia robotica 

Di norma, durante gli interventi di cardiochirurgia robotica, il cardiochirurgo primo operatore muove i bracci del robot da una consolle lontana dal tavolo operatorio usando mani e piedi. La sua visuale è immersiva, dentro al cuore. Il secondo chirurgo, invece, sta accanto al paziente, al tavolo operatorio. Il Centro di cardiochirurgia robotica di Humanitas Gavazzeni, parte del Dipartimento Cardiovascolare dell’ospedale bergamasco, è tra i 20 Centri europei (dal Belgio all’Inghilterra, dai Paesi Bassi alla Francia) e l’unico in Italia in cui è attivo un programma di cardio-robotica al fianco della cardiochirurgia tradizionale, della cardiochirurgia mininvasiva e cardiologia interventistica.

In particolare, grazie al robot, viene trattata con questa tecnica d'avanguardia l'insufficienza mitralica, con molti vantaggi per il paziente dati dalla mininvasività robotica: riduzione del trauma, minore sanguinamento, rapido ritorno a una vita normale senza necessità di riabilitazione. Dal 2019, protagonista di questa nuova fase è l’équipe del dottor Alfonso Agnino, cardiochirurgo specializzato da oltre 10 anni nell’uso di tecniche mininvasive video-assistite, che sono il terreno di formazione per chi decide di affrontare la robotica. Ad oggi in Humanitas Gavazzeni sono stati eseguiti 52 interventi di cardiochirurgia mitralica robotica. Anche durante la pandemia – ad eccezione della prima ondata Covid-19 che ha investito il territorio di Bergamo - équipe e robot non si sono fermati curando pazienti con problemi urgenti al cuore.

Telementoring innovativo

Per la seduta di telementoring la sala operatoria è stata rivoluzionata: è stato possibile coordinare alla colonna centrale del robot Da Vinci X due postazioni con telecamere ad altissima risoluzione, una utilizzata per il controllo dell’intera sala operatoria e l’altra per il controllo del tavolo operatorioQuesto settaggio del robot sviluppato per la seduta formativa ha permesso al dottor Agnino di avere in contemporanea sullo schermo della consolle le immagini di 4 visori governate attraverso la pedaliera del robot, come in una sala regia. È stato possibile quindi osservare le immagini in arrivo dalle due telecamere o dalla strumentazione di supporto, come elettrocardiogramma ed ecocardiogramma.

 "Questi strumenti così avanzati hanno annullato la distanza fisica tra la nostra équipe e quella di Rennes che assisteva all’intervento - afferma il dottor Alfonso Agnino, responsabile della Cardiorobotica e Chirurgia mininvasiva di Humanitas Gavazzeni -. Si tratta di sistemi non più necessariamente satellitari capaci di offrire un’ottima qualità e nitidezza di immagine, e una costante continuità del segnale audio-video sia a livello nazionale che internazionale. Da queste esperienze emerge l’importanza della sinergia e preparazione del team, fattore indispensabile per la riuscita di qualsiasi programma chirurgico in cui il livello di expertise tecnologica si alza”.