LUCA BALZAROTTI
Politica

Raddoppio di stipendio per Sala: ecco quanto guadagnerà. Salario da operaio per un sindaco su tre

Solo 15 sindaci della Lombardia vedranno aumentare l’indennità da gennaio. Quasi il 70% degli amministratori governa paesi sotto i 5mila abitanti: “Chi critica sottovaluta il ruolo, liberiamo spazi ai giovani”

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala

I sindaci dei Comuni sopra i 50mila abitanti sono 15: l’1% dei 1.504 amministratori. Il 68,9% (1.036), invece, è eletto in paesi con una popolazione inferiore ai 5mila. Ecco perché in Lombardia in pochi potranno beneficiare dei maxi-aumenti agli stipendi che entreranno in vigore da gennaio. Non è una questione di merito, ma di numeri, come previsto dall’ultima legge di bilancio del Governo Draghi (2022).

A partire dal 2024 , la norma prevede un adeguamento permanente delle indennità proporzionale alle dimensioni dei Comuni amministrati, con i compensi che saranno parametrati a quelli dei presidenti delle regioni. Ai sindaci metropolitani sarà garantito pari trattamento economico dei governatori: 13.800 euro lordi, 6.800 in più del 2021. A quelli dei capoluoghi di regione e di provincia con più di 100mila abitanti sarà riconosciuto l’80% dello stipendio di chi amministra le regioni (arriveranno a 11.040 euro lordi al mese). Per gli altri il compenso sarà a scendere: il 70% nei capoluoghi fino a 100mila abitanti (9.660 euro il nuovo stipendio), il 45% negli enti locali con popolazione superiore a 50mila abitanti (6.210 euro).

Secondo l’edizione 2023 del volume “I Comuni della Lombardia” a cura di Ifel-Fondazione Anci, un sindaco su tre (30,3%, 456 in tutto) amministra un paese tra i 1.000 e il 3mila abitanti: la loro indennità sarà il 16% di quella dei governatori, 2.208 euro lordi. Uno su cinque (21,1%) è stato eletto in centri con una popolazione inferiore ai 1.000 (318 fasce tricolori).

Simile la percentuale dei sindaci di Comuni tra i 3 e i 5mila abitanti – 262, il 17,4% del totale della Lombardia, riceverà 3.036 euro – e tra i 5 e i 10mila: a questi 276 (il 18,4%) andranno 4.002 euro. Soltanto l’8%, invece, amministra centri tra 10 e 20mila abitanti (121), dato che scende al 3,7% (56) se si considerano i sindaci delle città con una popolazione tra i 20 e i 50mila abitanti: l’adeguamento prevede 4.140 euro a chi guida centri tra i 10 e i 30mila abitanti e 4.830 tra i 30 e i 50mila.

Sondrio è la provincia dei piccoli Comuni: il 92,2% (71 su 77) ha meno di 5mila persone. Cremona (89,4%), Pavia (87,1%) e Lodi (86,7%), nel sud della Lombardia, sono più vicine al panorama valtellinese di quanto non le separi la distanza, mentre le città si concentrano nella fascia tra le province di Monza e Milano: qui i piccoli Comuni scendono il 18,2% e il 24,1%.

“Credo sia una norma giusta - spiega il presidente di Anci Lombardia, Mauro Guerra –. Chi la contesta forse è perché sottovaluta cosa significa amministrare dei beni pubblici, non solo perché è un lavoro a tempo pieno senza orari e senza limiti di responsabilità, ma anche per il valore in sé che questo significa. Penso poi ai giovani: avremmo bisogno di loro, avremmo bisogno che accettino di dedicare 5 o 10 anni della loro vita a questo servizio, e in questo lasso di tempo hanno diritto ad essere remunerati adeguatamente, altrimenti rischiamo di lasciare deserte le amministrazioni o a limitare queste cariche a chi è pensionato o a chi non ha bisogno di uno stipendio. Un ragionamento analogo vale per i dipendenti dei Comuni, dove c’è un problema di ridare valore al lavoro, altrimenti non troveremo più nessuno di talento disposto a impegnarsi nella pubblica amministrazione".