Lega, tra nostalgia e rabbia: summit tra lümbard che vogliono l’autonomia

Incontro in Brianza, in camicia verde, tra vecchi e nuovi militanti del sogno federalista È la fronda degli anti-Salvini. Gianni Fava "traghettatore verso qualcosa di diverso"

Tenuta verde e ritorno alla Padania: sono i simboli più cari alla fronda del Carroccio

Tenuta verde e ritorno alla Padania: sono i simboli più cari alla fronda del Carroccio

Biassono (Monza Brianza), 16 ottobre 2022 -  Autonomia , imperativo contro uno Stato giudicato ipertrofico e assistenzialista (per limitarci alle prime definizioni). Il Nord, la questione settentrionale. Gli ideali storici rimangono con i loro simboli, ma s’impone il rinnovamento. In ottica federativa con i movimenti autonomisti germinati in questi anni sul territorio. Un consiglio federale alle porte per la Lega Nord (commissariata da Salvini un paio di anni fa). La richiesta di un congresso. Si vedrà se l’Alberto da Giussano calerà lo spadone e allora saranno scissione e la nascita di un nuovo soggetto politico. Militanti della Lega Nord che non hanno mai voluto aderire alla Lega per Salvini premier autoconvocati a Biassono dopo il rovescio elettorale del 25 settembre. Appuntamento battezzato "Prima il Nord! Riprende la battaglia".

I giovani non mancano, anche se resta ragguardevole l’età media dei partecipanti che gremiscono un ristorante pizzeria. Passato che ritorna. Il verde inevitabile di camicie, t-shirt, fazzoletti, cravatte, pochette. Il Sole delle Alpi. Un “Prima il Nord“ che spunta un po’ solitario. La bandiera della Lega Lombarda, bianca con la croce rossa e l’immagine del guerriero di Legnano. La presenza di patriarchi del leghismo dell’autonomismo. Bruno Matteja è stato fra i padri del Carroccio nel Canavese, deputato e senatore. Da Biella è venuto Roberto Gremmo, fondatore di Arnàssita Piemontèisa, poi Union Piemontèisa. Gli interventi al microfono. Gianantonio Bevilacqua, presidente di Rete 22 Ottobre (la data del referendum del 2017 in Lombardia e Veneto sull’autonomia) indica come "il passo più alto il cambio della Costituzione in senso federale". "Siamo qui - lancia Francesca Losi, che rappresenta Autonomia e Libertà, l’associazione fondata da Roberto Castelli - per dire che ci siamo e che collaboreremo con tutte le associazioni autonomiste e nordiste -. Per noi è fondamentale il tema della scuola regionale". Matteo Brigandì ("Ma chiamatemi Giovanni perché non voglio avere niente a che spartire"), un passato di parlamentare, avvocato storico del movimento, chiama per una rapida conta chi ha ancora in tasca e ammonisce: "Dobbiamo andare avanti con i numeri". Conclude con un applaudito "Padania libera".

Da Davide Boni un richiamo alla concretezza, all’esigenza di organizzare una struttura, di dialogare con i giovani. "Si deve partire da una base comune per tutti. Se l’obiettivo è il cambiamento del sistema, partiamo da questo". "Autonomia" possibile collante trasversale. "Mai stato leghista - premette Claudio Bizzozero, ex sindaco di Cantù -. Come sindaco, ho interrotto vent’anni di governo leghista". Ma "voglio che i miei figli crescano in questa terra e che la gente di un territorio decida cosa fare del denaro prodotto nel territorio". Gianni Fava, deputato per tre legislature, ex assessore lombardo, antagonista di Salvini per la segreteria federale, è stato il promotore dell’incontro. Sarà il "federatore".

«Ho già accettato l’idea di traghettare questo gruppo da qui alla formazione di qualcosa di diverso". Ritorno alle origini, ma svecchiamento, più pragmatismo, meno liturgia. Gli anni Novanta, non ci sono più Andreotti e Craxi, siamo in Europa. "È il momento di riprendere quel simbolo del Nord, quel brand che la gente sa cos’è, modificarlo e renderlo moderno". "Oggi sono uscite convergenze e divergenze. Ci sono state delle risposte. L’autonomia per prima, in tutti gli interventi. Serve un sindacato padano? La risposta è sì. Noi siamo nemici del sistema paese. Questo è uno Stato che ha il più alto numero di dipendenti pubblici e dove la popolazione inattiva ha superato quella attiva. Se volete smontare questo tipo di Stato, allora possiamo partire. Chi è d’accordo me lo faccia sapere e vediamo cosa fare". Autonomia, autonomia. Come un mantra. Con un messaggio che Fava riserva a Fratelli d’Italia: "Il presidenzialismo mi fa paura. Non si baratta il presidenzialismo con l’autonomia".