Giuseppe Conte, il prof indicato come premier. "Io, a scuola con lui: il più bravo"

Nicola Nigro, agente di polizia locale a Solaro è assolutamente certo: il presidente del consiglio dei ministri designato è stato un suo compagno di classe a Foggia

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte

Monza, 23 maggio 2018 - Tra tv, giornali e siti Internet che continuavano a proporgli quel volto, ha avuto un sussulto: «Ma io quello lo conosco, ci ho fatto le scuole insieme». Nicola Nigro, 54 anni, agente di polizia locale oggi in forza al comando di Solaro dopo aver lavorato nei comandi di Monza e Bovisio Masciago, è assolutamente certo: il presidente del consiglio dei ministri designato Giuseppe Conte, è stato un suo compagno di classe per due anni alle scuole medie, a Foggia. Se la prima infanzia dell’avvocato Conte è ormai stata ricostruita, con la nascita in casa a Volturara Appula, poi il trasferimento a San Giovanni Rotondo e la scuola elementare frequentata a Candela, a far luce sulle medie ci pensa l’agente Nigro.

È sicuro di averlo avuto come compagno di classe?

«Sono sicurissimo, abbiamo frequentato insieme il secondo e il terzo anno delle medie, me lo ricordo bene, i tratti del suo viso non sono cambiati, anche se sono passati tanti anni».

In quale scuola siete stati insieme?

«Si chiamava XII scuola media, o qualcosa di simile, ma non era una vera e propria scuola, almeno come edificio. Era una situazione incredibile, le aule erano state ricavate da alcuni garage o negozi al piano terra di una palazzina nuovissima, appena costruita. C’erano le saracinesche all’ingresso. Il quartiere era quello del Carmine Nuovo, il santuario davanti al quale io passavo tutti i giorni per andare a scuola a piedi».

Ieri abbiamo effettuato delle verifiche con il Comune di Foggia, riuscendo a risalire alla scuola: era una succursale temporanea della scuola Murialdo, ricavata proprio al piano terra di una palazzina in via Mario D’Adduzio. Ora dagli uffici stanno cercando ulteriori riscontri.

Agente Nigro, ci racconti di Giuseppe Conte, facevate la strada insieme?

«No, io abitavo in quel quartiere ma lui veniva in pullman tutti i giorni da San Giovanni Rotondo, diceva che doveva alzarsi molto presto per essere puntuale a scuola».

Che ricordi ha di lui?

«Era il primo della classe, ma anche il primo della scuola. Studiava tanto, era serio e scrupoloso nel fare le cose. Si vedeva già allora che era uno speciale. Però era anche una persona umile e semplice, aiutava quelli che facevano più fatica».

Avete giocato insieme, c’erano altre occasioni d’incontro oltre la scuola?

«No, siccome veniva da fuori, al termine delle lezioni riprendeva subito la via di casa. Non ricordo altre occasioni di frequentazione. Durante la scuola mi ricordo che giocavamo a pallone su un campo sterrato, in condizioni disastrose, non c’era la palestra».

Ma ha conservato qualche ricordo particolare, una fotografia con Conte?

«No, purtroppo foto delle medie non ne ho, ma sono sicurissimo di quella faccia, mi era rimasta impressa allora che ero un ragazzino e oggi la ritrovo su tutti i giornali e le tv».