GIULIA BONEZZI
Politica

Fontana bis, mercoledì la “prima”: entrano in 11 al posto degli assessori

La seduta inaugurale della 12esima legislatura lombarda guidata dall’eletto più anziano (in lista Feltri, poi Sgarbi). Oltre a Gallera ripescati pure Bestetti e Bulbarelli (FdI) e Carzeri di FI. Romani jr in pole per la presidenza

Giulio Gallera

Giulio Gallera

Fatta la Giunta del Fontana bis, arriva il “primo giorno di scuola” per il Consiglio regionale, come rinnovato dal voto dei lombardi un mese fa e “corretto” dalla nomina di undici su sedici assessori che “sblocca” il posto in aula per altrettanti non eletti nelle rispettive liste circoscrizionali. La prima seduta della dodicesima legislatura è stata convocata da Alessandro Fermi, presidente del Consiglio uscente (nonché nuovo assessore all’Università e ricerca) mercoledì 15 marzo. Da regolamento l’incarico temporaneo di segretari toccherà ai due più giovani degli 80 eletti compreso il governatore – Michele Schiavi, 23 anni e già sindaco nelle valli bergamasche, di Fdi, e Paolo Romano del Pd, 27 anni, che con 9.266 preferenze è stato il più votato in assoluto della circoscrizione di Milano –, mentre presiedere la seduta fino all’elezione del nuovo presidente sarà compito del consigliere più anziano.

In pole position per meriti anagrafici c’è il giornalista Vittorio Feltri eletto con FdI, ottant’anni a giugno (avrebbe già declinato, non si sa quanto seriamente, con una delle battute urticanti per cui è famoso), a scalare in teoria il governatore Fontana, quindi un altro Vittorio polemista quale Sgarbi (eletto coi Moderati e reduce dall’ennesima schermaglia, poi chiarita, con la coordinatrice lombarda di Forza Italia Licia Ronzulli), e infine Carlo Bravo, ex presidente dell’Associazione cacciatori lombardi eletto a Brescia con FdI.

Il primo punto all’ordine del giorno è la comunicazione della proclamazione degli eletti e della composizione della Giunta, seguita dalla presa d’atto della sospensione della carica per gli eletti nominati assessori e dei relativi subentri. Non solo quello di Giulio Gallera, 5.674 preferenze, al posto del neoassessore al Territorio di Forza Italia Gianluca Comazzi ("Il meglio deve ancora venire", ha commentato sui social l’ex assessore al Welfare), perché con la “staffetta” saranno ripescati altri dieci consiglieri, di cui altri due nella circoscrizione di Milano, entrambi di FdI: al posto di Marco Alparone, assessore al Bilancio e vice di Fontana, Marco Bestetti; al posto di Franco Lucente, in Giunta ai Trasporti, Maira Cacucci.

A Bergamo Paolo Franco (assessore alla Casa, sempre di FdI) lascia il posto a Pietro Macconi; a Brescia “scattano” Giorgio Bontempi al posto di Barbara Mazzali (Turismo) nella lista di FdI e Claudia Carzeri (che aveva preso quasi 7.600 preferenze) al posto di Simona Tironi (Istruzione) in quella di Forza Italia. A Como, lista Lega, la promozione di Fermi vale un seggio per Gigliola Spelzini, mentre il mantovano Alessandro Beduschi, neoassessore all’Agricoltura di FdI, fa spazio a Paola Bulbarelli. A Pavia Andrea Sala (Lega) subentra ad Elena Lucchini, confermata alla Famiglia; il rinnovo alla Montagna del leghista Massimo Sertori, unico eletto della Valtellina, lascia il seggio a Silvana Snider. Francesca Caruso, promossa alla Cultura, fa posto a Luigi Zocchi nella lista varesina di FdI.

Sbrigati i ripescaggi, sarà eletto il nuovo presidente del Consiglio regionale (che in base all’accordo raggiunto dalla maggioranza dovrebbe risultare di Fratelli d’Italia e in particolare Federico Romani, figlio dell’ex ministro berlusconiano Paolo) e degli altri componenti dell’Ufficio di presidenza: per il presidente serve la maggioranza di due terzi fino alla quarta votazione (poi basta quella assoluta), per i due vice e i due consiglieri segretari (uno ciascuna a maggioranza e opposizione) ci saranno votazioni distinte. Infine sarà eletta la Giunta delle elezioni (un componente per gruppo consiliare, dovrà verificare che non ci siano incompatibilità e convalidare gli eletti). Entro la seduta ciascun gruppo dovrà aver nominato il proprio presidente; il Pd, il maggiore dell’opposizione (e secondo in assoluto, dietro FdI) con 17 consiglieri, ha già scelto Pierfrancesco Majorino, e anche i sei consiglieri di Forza Italia hanno già indicato il brianzolo Fabrizio Figini.