Elezioni regionali, l'agenda del nuovo presidente? Casa, trasporti e sanità

Non solo, occhio a urbanistica e partecipate

La sede della Regione Lombardia

La sede della Regione Lombardia

Milano, 5 marzo 2018 - Nel tracciare un bilancio dei suoi 5 anni di mandato, Roberto Maroni ha dichiarato che fare il presidente della Regione è più impegnativo che fare il ministro. E il suo successore sembra destinato ad altrettanta ammissione, se si considera l’entità delle questioni rimaste aperte sui tavoli di Palazzo Lombardia. Difficile stilare una graduatoria sulla base dell’importanza delle stesse, meglio procedere in ordine alfabetico.

A come Aler, allora. La riforma varata dalla Giunta Maroni non ha (ancora) risolto i problemi dell’azienda regionale dell’edilizia pubblica laddove questi problemi si erano manifestati. L’esecutivo uscente ha riformato la governance dell’azienda, riducendo il numero delle Aler da 13 a 5 per un risparmio annunciato nell’ordine di 2,5 milioni annui. A fronte del taglio delle poltrone, intatto resta il debito di Aler Milano (circa 400 milioni) e il tasso di morosità registrato nei caseggiati popolari milanesi (nell’ordine del 35%). Senza contare le occupazioni abusive. Qui c’è da raddrizzare parecchio. “A” è anche la lettera iniziale di aree dismesse. Nella legislatura che si aprirà a breve, la Regione deve confermarsi un player fondamentale ed efficace soprattutto nell’ambito del piano di riqualificazione delle aree ex Falck di Sesto San Giovanni, dove è previsto nasca la Città della Salute. Quindila P di (società) partecipate. Piaccia o no, negli ultimi anni i vertici delle società della galassia regionale sono rimaste coinvolte ora in inchieste giudiziarie (Infrastrutture Lombarde), ora in casi di non ottimale gestione dei fondi a disposizione (Finlombarda) o sono rimaste oggetti misteriosi, come Lombardia Informatica. Anche qui c’è da efficientare. 

Ancora, la S di sanità. In questo caso più che un problema da affrontare c’è l’incognita di una riforma, quella sulla gestione e la cura dei malati cronici, che diventa operativa insieme alla nuova Giunta regionale. Altro discorso è, invece, l’abolizione dei superticket, un provvedimento del quale si è parlato fino a 3 giorni fa e che non è impossibile realizzare: serve la volontà politica.

Subito dopo ecco la T di Trasporti. Il trasporto ferroviario regionale è sotto gli standard da tempo. E l’ultimo, gravissimo, incidente, quello di Pioltello, ha ribadito forte e chiaro questa verità. Il nuovo governatore lombardo, dovrà, allora rendere Trenord un’azienda più efficiente dal punto di vista della gestione del servizio ma anche più trasparente. E dovrà mettere all’angolo Rfi, società del gruppo Ferrovie dello Stato, perché faccia un’analisi approfondita degli interventi necessari sui binari lombardi e si impegni a finanziarli con celerità e costanza. Più facile a dirsi che a farsi, ovvio. Ma all’orizzonte, per l’esattezza nel 2020, c’è la possibilità - caldeggiata dalle norme nazionali - di mandare a gara il servizio. Questo può costituire un pungolo per gli attuali gestori, anche se nessuno ignora il potere delle Fs. Legato ai trasporti è il tema della viabilità secondaria: ponti ed ex statali giacciono in condizioni pessime per scarse manutenzione. Sembra poca cosa ma non lo è. Da verificare l’accordo tra la Regione e Anas