Amministrative, la prova generale: i capoluoghi test per la Regione

Sono 128 i Comuni al voto il 12 giugno. Lodi, Como e Monza i più grandi: tutti guidati dal centrodestra

Elezioni comunali

Elezioni comunali

Centoventotto comuni, tre capoluoghi di provincia, tutti amministrati dal centrodestra, e ventisette centri sopra i 15mila abitanti, dove potrebbe esserci un ballottaggio. Le elezioni amministrative della Lombardia si trasformano in una prova per la coalizione che governa a Palazzo Lombardia, un test con un anno d’anticipo in vista delle Regionali per i quali ancora non ci sono conferme sulle candidature. Monza, con Dario Allevi e Lodi, con Sara Casanova, vedono schierati i due primi cittadini uscenti. Più complessa la situazione di Como, dove Mario Landriscina dovrà lasciare la propria eredità a uno degli otto contendenti di una partita che si mostra di difficile pronostico. Su 128 realtà al voto solo trenta sono di grandi dimensioni. Un centinaio di piccoli centri darà un responso di difficile interpretazione politica, ma che se analizzato consentirà di offrire una fotografia fedele delle impressioni della Lombardia profonda.

Lodi, Casanova: otto liste contro quattro rivali

Tutte ammesse le 19 liste a supporto dei cinque candidati sindaco in corsa per palazzo Broletto a Lodi: ieri mattina la commissione elettorale si è riunita accendendo disco verde ai gruppi, otto collegati al candidato sindaco di centrodestra Sara Casanova, che punta al bis (Giovani Protagonisti, Lega, Lodi è futuro-al centro per Lodi, Fratelli d’Italia, Il Broletto con Maggi, Sara Casanova Sindaco, Forza Italia, Alleanza agroverde per Lodi), otto che supportano Andrea Furegato di centrosinistra (Lodi Civica Milanesi, 110&Lodi, Movimento Cinque Stelle, Per Lodi Oggi domani Insieme, Partito Democratico, Lodi Comune Solidale, Buongiorno Lodi, Lodi al centro Cittadini per i Cittadini) mentre tre sono "battitori liberi": Italexit con Stefano Buzzi in corsa, Democrazia e Sussidiarietà per Fulvio Curioni e Loding per Lorenzo Bruno. La campagna dunque può entrare nel vivo a poco meno di un mese dalle urne. Decideranno invece oggi sul ricorso al Tar gli attivisti della lista "Castiglione da migliorare", esclusa sabato pomeriggio dalla commissione elettorale di Codogno per verificare la documentazione delle liste dei comuni della Bassa, Castiglione d’Adda e San Rocco al Porto. Proprio a Castiglione erano state consegnate tre liste, ma appunto a quella del candidato sindaco Michael Crea mancavano alcune date sui moduli della sottoscrizione e, siccome la normativa dice che le autenticazioni sono nulle se anteriori al 180esimo giorno dal termine di presentazione, senza data non era possibile risalire al momento dell’apposizione delle firme. Ammesse anche le due liste in corsa per a Valera Fratta: Bassan Sindaco e Rinnovamento per Valera Fratta. M.B.

Monza: Allevi punta al rinnovo, ma qui non è mai accaduto 

A meno di un mese dalle elezioni Monza si trova a dover scegliere tra 9 candidati sindaco, 18 liste e partiti e una schiera di 514 aspiranti consiglieri per 32 posti. La prima sfida sarà contro il partito dell’astensionismo. Nel 2017 al primo turno – con 7 candidati e 14 liste - si presentò alle urne il 51,89% degli elettori, percentuale che al ballottaggio crollò al 45,35%: Dario Allevi (51,33%) vinse per soli 1.134 voti. Cinque anni dopo il primo cittadino di centrodestra ci riprova, puntando a un risultato storico: mai un sindaco è stato confermato. Alle sue spalle Fratelli d’Italia, la civica Noi con Dario Allevi, Forza Italia e la Lega con il deputato Paolo Grimoldi capolista. Ritorno di ex anche nel centrosinistra che ha scelto di puntare sul prof di religione e vicepreside del liceo classico Zucchi Paolo Pilotto, da trent’anni nell’area cattolica-democratica. Il suo nome è appoggiato da 7 liste: Pd, Azione, Italia Viva, MonzAttiva e Solidale, Possibile, LabMonza ed Europa Verde. Oltre ad ex assessori e consiglieri della Giunta Scanagatti, Valeria Rossi, la cantante che nel 2001 aveva sbancato le classifiche con il tormentone «Tre parole». Terza candidatura consecutiva Paolo Piffer con l Civicamente (e il sostegno di +Europa e Volt) in cui (ri)compare anche il fratello di Marco Cappato, Massimo. E poi torna l’ex magistrato Ambrogio Moccia con Movimento Moccia per Monza. Il fuoriuscito dalla Lega Alberto Mariani scende in campo per Grande Nord. Unica donna è Daniela Brambilla per Italexit, con una lista che vede il medico no vax (e sospeso dall’Ordine) Luca Speciani (come capolista) e Sergio Bramini, l’imprenditore fallito per crediti con lo Stato. E ancora il Movimento 3V con Michele Anastasia, Monza Unita con il pacifista Carlo Chierico e il Popolo della Famiglia con Sandro Belli. Assente il Movimento 5 Stelle.  M.GALV.

Como, Landriscina lascia: otto nomi in lizza

Nonostante negli ultimi vent’anni fare il sindaco di Como sia stato un mestiere ingrato, tra eterne incompiute (paratie e Ticosa su tutte) e mille polemiche, alla successione del sindaco Mario Landriscina (centrodestra) dopo un mandato si sono candidati in otto: 15 liste e oltre 450 nomi in corsa per 32 posti. Barbara Minghetti da sola ne unisce cinque: Pd, Europa Verde Como, Agenda Como 2030, Como Comune e Minghetti la Svolta Civica. Adria Bartolich si è fermata a un paio: Il bene Comune e Civitas. In coalizione doveva esserci il Comitato assemblee popolari che ha deciso di correre solo con Roberto Adduci. Il M5s non c’è, ma il candidato di 5 anni fa Fabio Aleotti si ripresenta a capo della civica «Como in movimento-no inceneritore» sostenuto da chi all’interno dei grillini non si riconosce nell’alleanza con il Pd. C’è anche Italexit che candida Francesco Matrale mentre l’ex comandante della Polizia locale, Vincenzo Graziani, correrà con Verde è Popolare. Alessandro Rapinese ci riprova, dopo 5 anni, a capo della civica Rapinese sindaco. Dovrà vedersela con Giordano Molteni (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) che cercherà di rinsaldare la coalizione.  RO.CAN.