Draghi alla Camera: "L'Italia crescerà. Migranti: serve piano europeo"

Economia, Next Generation Eu, rotte migratorie: il premier illustra le prossime sfide per il Paese

Il premier Draghi a Montecitorio

Il premier Draghi a Montecitorio

Roma, 23 giugno 2021- La situazione della pandemia in Italia, la ripresa economica e il tema dei migranti. Sono questi i punti toccati dal presidente del Consiglio Mario Draghi alla Camera durante le comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani. Ecco i temi di cui ha riferito il premier ai deputati.

Economia in forte miglioramento

"Secondo le proiezioni della Commissione europea, nel 2021 e nel 2022 l'Italia crescerà rispettivamente del 4,2% e del 4,4%, come l'Ue nel suo complesso - detto Draghi -. Molti degli indicatori che abbiamo a disposizione ci indicano che la ripresa sarà ancora più sostenuta. Anche il commercio estero è ripartito. Nel mese di aprile, le esportazioni sono cresciute notevolmente non solo rispetto all'anno scorso - quando il loro livello era stato eccezionalmente basso - ma anche rispetto a due anni fa, segnando un +7,4%. Sempre ad aprile, l'indice della produzione industriale è aumentato dell'1,8% rispetto a marzo. La fiducia, insomma, sta tornando".

Il rischio inflazione

Oltre al diffondersi delle varianti del coronavirus, a gettare ombre sullo scenario italiano ed europeo c'è secondo Draghi il potenziale pericolo dell'inflazione, che nell'area euro ha raggiunto il 2% a maggio dopo l'1,6% ad aprile. "C'e' largo consenso che, a oggi, questo aumento sia temporaneo perché legato a un recupero della domanda, a strozzature dell'offerta e a effetti contabili. L'inflazione cosiddetta "core", che esclude le componenti più variabili come l'energia, rimane molto bassa nella zona euro, anche se è in crescita negli Stati Uniti. Dobbiamo mantenere alta l'attenzione affinché' le aspettative di inflazione restino ancorate al target di medio termine".

Politiche attive 

Se i governi europei sono chiamati a "tornare a una politica di bilancio prudente, una volta che la crescita sarà di nuovo sostenibile" per "rassicurare gli investitori, prevenire eventuali rialzi dei tassi d'interesse, e dunque favorire gli attuali programmi di investimenti" non si può perdere di vista "la coesione sociale e la sostenibilità ambientale. Le fasi di ripresa dalle crisi recenti hanno spesso favorito solo alcune fasce della popolazione, penalizzando i meno abbienti, i più giovani e le donne. Non abbiamo prestato la dovuta attenzione alla crisi climatica, che colpisce soprattutto le aree più fragili del nostro Paese. Questa volta dobbiamo agire diversamente". Le politiche attive in tal senso passano sempre dall'Europa per Draghi: "Il Consiglio europeo discuterà di come garantire una crescita durevole e sostenibile, anche grazie alle risorse del Next Generation EU. A livello europeo, è molto positivo che 24 dei 27 Piani dei Paesi membri siano già stati formalmente presentati e che la Commissione ne abbia già esaminati 10. L'erogazione dei fondi dipenderà dall'approvazione da parte del Consiglio, ed è importante che questo avvenga in modo rapido ed efficace". 

Next generation Eu

 Sul Pnrr che ha avuto il semaforo verde europeo, Drgahi dice: "Abbiamo messo insieme un piano ambizioso di riforme e investimenti e lo abbiamo fatto con la collaborazione degli enti territoriali, delle parti sociali e del Parlamento che ci tengo a ringraziare. Il vostro ruolo come Parlamento sarà fondamentale durante tutta l'attuazione del Piano. Come ho avuto modo di dire ieri alla Presidente von der Leyen, l'approvazione da parte della Commissione è  infatti soltanto il primo passo. Nei prossimi mesi ci aspetta un cammino impegnativo, per avviare i progetti di investimento previsti e per portare avanti l'agenda di riforme. Gli occhi dell'Europa sono sull'Italia. Il nostro è infatti il programma più sostanzioso, per un importo pari a 191,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono i 30 miliardi del fondo complementare. Il successo del programma Next Generation EU dipende in larga parte da noi. Per quanto riguarda la pandemia, rispetto alle mie Comunicazioni alle Camere del 24 marzo, il quadro epidemiologico in Italia e in generale in Europa è molto migliorato". 

Il Covid

La pandemia sta allentando la presa, ma non è finita. "La scorsa settimana in tutta l'UE - ricorda il premier -  abbiamo registrato circa 90mila casi e ci sono stati 2.600 decessi dovuti al Covid-19. Due mesi fa, i casi erano circa un milione a settimana e i decessi settimanali erano sei volte quelli attuali. Questo miglioramento è merito della campagna vaccinale che procede in modo spedito. A metà aprile in Italia solo un adulto su quattro aveva ricevuto almeno una dose e appena uno su dieci aveva completato il ciclo vaccinale. Ad oggi, nell'Unione Europea più di metà della popolazione adulta ha ricevuto almeno una dose di vaccino. In Italia la quota è  quasi del 60% e circa il 30% della popolazione adulta ha completato l'intero ciclo di vaccinazione. I rischi legati alle varianti, e in particolare alla cosiddetta "variante Delta", ci impongono di procedere nella campagna vaccinale con la massima intensità. Dobbiamo inoltre continuare a concentrarci sui soggetti più fragili, come i più anziani, che sono maggiormente a rischio di morte o di ospedalizzazione. Per quanto riguarda il pass italiano, il 17 giugno è stato firmato il Dpcm che definisce le modalità di rilascio. E' quindi operativa in Italia la piattaforma informatica di rilascio della certificazione, che facilita la partecipazione ad alcune tipologie di eventi e gli spostamenti tra regioni, in caso di peggioramento del quadro epidemiologico. Dal primo luglio, la certificazione sarà valida anche come certificato verde europeo, per poter viaggiare da e per i Paesi dell'UE e dell'area Schengen". 

I vaccini ai Paesi poveri 

Mancano dosi per le Nazioni dalle economie più fragili, col rischio di nuove ondate di contagi Covid. "L'Italia farà la sua parte e donerà 15 milioni di dosi - assicura Draghi -. Nel Vertice G7 in Cornovaglia e nel successivo Vertice UE-USA è stato ribadito l'impegno comune ad aumentare la produzione dei vaccini anche al fine di una loro distribuzione più equa a livello globale. Come ho dichiarato in altre occasioni, il trasferimento di tecnologie verso Paesi terzi può essere molto utile a questo fine. Tale questione andrà definita nel quadro di un negoziato presso l'Organizzazione Mondiale del Commercio. La Commissione è pronta a presentare una propria proposta scritta come base per i negoziati. Al Global Health Summit, la Presidente von der Leyen ha presentato l'iniziativa europea per la produzione locale e l'accesso ai vaccini, ai farmaci e alle tecnologie sanitarie nel continente africano. E' un'iniziativa che l'Italia appoggia con convinzione. E' previsto un miliardo di euro in investimenti a carico del bilancio europeo, da incrementare col supporto degli Stati membri. Durante il Consiglio europeo verra' inoltre accolta la decisione adottata dalla 74esima Assemblea Generale dell'OMS di convocare una Sessione Speciale dell'Assemblea Mondiale della Salute a novembre. In quell'occasione si discuterà di un quadro comune per migliorare la preparazione globale a future pandemie sulla base delle lezioni apprese durante questa crisi sanitaria. L'Italia, come tanti altri Paesi, si è  trovata impreparata all'arrivo del Covid-19.  Non possiamo permettere che questo accada di nuovo".

Migrazioni

"Un altro tema che ci riguarda da vicino è quello della gestione dei flussi migratori - riflette il premier -, che torna ad essere in agenda al Consiglio Europeo su precisa richiesta dell'Italia. Come ho dichiarato in passato, il Governo vuole gestire l'immigrazione in modo equilibrato, efficace e umano. Ma questa gestione non può essere soltanto italiana. Deve essere davvero europea. Occorre un impegno comune che serva a contenere i flussi di immigrazione illegali; a organizzare l'immigrazione legale; e aiutare questi paesi a stabilizzarsi e a ritrovare la pace. E penso, ovviamente, in particolare modo alla Libia. Un migliore controllo della frontiera esterna dell'Unione può essere la base per un piano più ampio che comprenda anche il tema dei ricollocamenti. Tra i Paesi dell'Unione, esiste un'ampia convergenza sull'esigenza di superare il Regolamento di Dublino. Si tratta di una convenzione concepita in una diversa fase storica, adatta a gestire numeri contenuti. Al momento, però, una solidarietà obbligatoria verso i Paesi di primo arrivo attraverso la presa in carico dei salvati in mare rimane divisiva per i 27 Stati Membri. Serve un'alternativa di lungo periodo. Il Patto sulla Migrazione e l'Asilo proposto il 23 settembre del 2020 dalla Commissione Europea ha il merito di ricercare un cambio di prospettiva. Il negoziato sul Patto dimostra tuttavia che c'è ancora molto lavoro da fare".