Crisi di governo, è il giorno della resa dei conti: cosa succede oggi

Giornata ad alta tensione nella maggioranza: in ballo il destino dell'esecutivo. Conferenza stampa di Renzi alle 17.30. Di Maio: serve responsabilità, si faccia un passo indietro

Matteo Renzi (Ansa)

Matteo Renzi (Ansa)

Roma, 13 gennaio 2021 - E' l'ora della verità. Dopo i botta e risposta a distanza, i tentativi di mediazione e gli scontri, per il premier Giuseppe Conte e Matteo Renzi è giunto il momento di giocare a carte scoperte. Si arriverà a una crisi formale? L'ex segretario del Pd e presidente del Consiglio comunicherà oggi la sua decisione: lasciare o meno il governo. La conferenza stampa del leader di Italia Viva con le ministre Bellanova e Bonetti e il sottosegretario Scalfarotto è in programma alle 17.30. Ieri, dopo quattro ore,  il Recovery Plan è stato approvato nel Consiglio dei ministri, con le ministre di Italia Viva che hanno però annunciato l'astensione sul testo. Ci sarebbe stata infatti una discussione sul ricorso al Mes e una viva polemica di Iv sui fondi per la famiglia, quindi la presa di posizione delle ministre Elena Bonetti e Teresa Bellanova. "Se è così, allora noi il piano non lo votiamo". Al fianco del presidente del Consiglio i ministri Roberto Gualtieri, Enzo Amendola e Francesco Boccia, che avrebbero bollato la decisione di Iv come pretestuosa. Anche Roberto Speranza, raccontano fonti presenti alla riunione, avrebbe detto a chiare lettere che il governo ha fatto tutto il possibile contro la pandemia, guai a parlare di sforzi esigui sul piano economico. L'esecutivo- al momento - sembra quindi sempre più in bilico.  
 
Stamattina dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio è arrivato un invito a fare un passo indietro: "Ieri sera abbiamo approvato il piano da 209 miliardi di euro del recovery plan con il quale avvieremo la ricostruzione - ha scritto su Facebook-. L'Italia deve ripartire. Servono serietà e responsabilità in questo momento storico. Tutti facciano un passo indietro per amore del Paese". Per Di Maio "bisogna essere pragmatici e concreti. Parliamo di risorse per fronteggiare la pandemia, di aiuti per chi fatica dalla mattina alla sera, di pensioni, di anziani, parliamo di chi è stato colpito ingiustamente dalla crisi come imprese e lavoratori. L'attesa dunque è per questo pomeriggio: se le ministre renziane si dimetteranno, per il premier si potrebbe aprire la strada della conta in Parlamento alla ricerca di voti che sostengano l'esecutivo. "'Se il presidente del Consiglio è convinto di avere i numeri va bene così, si chiama democrazia parlamentare e noi andremo all'opposizione - ha rilanciato ieri Renzi - non si andrà al voto, sarà un governo Conte-Mastella e noi saremo all'opposizione". Pd e M5s stanno tentando ancora la strada di una crisi pilotata, un Conte ter che possa sbloccare l'impasse. Ma ancora nella tarda serata di ieri il fronte renziano era fermo sulle sue posizioni.