Conte lunedì alla Camera per la fiducia e martedì al Senato. Renzi: "Non la voteremo"

Mattarella firma decreto dimissioni dei due esponenti Iv. Al premier l'Agricoltura ad interim. M5s e Pd chiudono le porte a Italia Viva

Il premier Giuseppe Conte

Il premier Giuseppe Conte

Milano, 14 gennaio 2021 - Dopo lo strappo di Italia Viva, che ha ritirato le ministre Elena Bonetti (Pari opportunità) e Teresa Bellanova (Politiche agricole), la crisi di Governo è entrata ancora più nel vivo. Oggi, intorno alle 16 il premier, Giuseppe Conte, è salito al Colle per annunciare al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di voler assumere l'interim del ministero dell'Agricoltura e per anticipare che avrebbe chiesto di rendere comunicazioni alle Camere e di voler avere su quelle un voto di fiducia. E' il secondo colloquio in due giorni.  Ieri il premier aveva annunciato al Presidente di voler cercare un estremo appeasement con Matteo Renzi, ma il tentativo è fallito. E dunque oggi è dovuto tornare al Colle per riferire le novità al Capo dello Stato.  Dopo ore di contatti con i partiti di maggioranza, il premier ha deciso di non dimettersi e di voler cercare un chiarimento in Parlamento.

Il Presidente Mattarella si è limitato a "prendere atto", perchè in questa fase il suo ruolo non è di entrare in gioco ma di attendere le decisioni del governo, dei partiti e del Parlamento. Quel che aveva da dire, del resto, lo ha gia' detto nelle settimane e nei giorni passati. Non bisogna disperdere energie e non bisogna perdere tempo, ha spiegato pubblicamente e nei colloqui con i diversi leader politici. "Bisogna uscire velocemente dall'incertezza" ha ricordato ieri a Conte. Un altro consiglio consegnato dal Presidente ai suoi interlocutori nei giorni scorsi era stato di non legare la sopravvivenza della maggioranza a singoli voti di parlamentari transfughi di questo o quel gruppo. Ma è ovvio che se il governo ottenesse la fiducia, l'esperienza dell'esecutivo non potrebbe che proseguire e molto probabilmente l'operazione di dar vita a un nuovo gruppo di sostegno alla maggioranza potrebbe avvenire immediatamente all'indomani del via libera delle Camere a Conte.

Conte dunque si presenterà alla Camera lunedì 18 gennaio e in Senato martedì 19 (dove la maggioranza ha i numeri più risicati).  per delle comunicazioni definite nel comunicato del Quirinale un "indispensabile chiarimento politico". Le comunicazioni avranno 'carattere fiduciario', quindi, dopo il dibattito, la votazione che seguirà si svolgerà con le modalità del voto di fiducia, con chiama per appello nominale. In tutto, alla Camera tra comunicazioni del premier, dibattito e votazione occorreranno circa 6-7 ore, comprese le pause per la sanificazione dell'Aula.

Nel frattempo, grandi manovre sono in corso soprattutto al Senato, dove i 18 senatori Iv erano determinanti, per mettere in piedi l'operazione che stabilizzi la maggioranza. Sia il Pd sia il M5S hanno chiuso le porte a Matteo Renzi e per salvare la legislatura, con i pesanti dossier ancora aperti sul tavolo del governo, l'unica strada per loro disponibile è blindare il premier cercando forze responsabili, i cosiddetti "costruttori", direttamente in parlamento, "alla luce del sole". Il centrodestra si è riunito nel pomeriggio ed è compatto nel chiedere che Conte vada a riferire in aula, auspicando un ritorno alle elezioni in caso il premier non trovasse i numeri in parlamento. In serata, Renzi ha sottolineato: "Se arrivano i responsabili, Italia Viva andrà all'opposizione" e ha spiegato che "se non ci vogliono, con molta libertà, noi non diamo la fiducia". E ha chiarito anche che "se loro hanno i numeri, questa è la democrazia parlamentare che vince, tanto di cappello. Ma se i numeri non ce li hanno si andrà al Quirinale e si farà un altro governo". Matteo Renzi è comunque sicuro su cosa succederà la settimana prossima, quando Conte andrà alle Camere a chiedere la fiducia: "Se ottiene 161 voti al Senato Conte ha vinto e governa, poi voglio vedere come ma a questo punto non è un mio problema, se invece non arriva si farà nuovo Governo". Una cosa è certa, per Renzi: "Alle elezioni non si va, si va nel 2023".  Non c'è il voto anticipato? "Si arriva al 2023 - ha ribadito - preoccupiamoci di aprire le scuole, non le urne".