Pavia, s’insedia la 'Rete dei patrioti': Destra e Sinistra vicine di casa

Appello dell’Anpi: "Lo Stato può prevenire queste situazioni, ha scelto di non farlo. C’è una legge...". I nuovi inquilini: "Se ci lasceranno stare continueremo a fare quello che facciamo dal 1945"

Al microfono Ettore Sanzanni refente della Rete dei patrioti

Al microfono Ettore Sanzanni refente della Rete dei patrioti

Pavia -  Famiglie con bambini affacciate alla finestra a guardare con incredulità un notevole schieramento di forze dell’ordine arrivate al Vallone per due "vicini" scomodi: da un lato la Rete dei patrioti e dall’altro Arci e a pochi metri anche l’Anpi. Estrema destra e sinistra non è la prima volta che si trovano a convivere a Pavia e in passato i rapporti non erano stati distesi.

Era accaduto nel 2008 quando l’allora Forza Nuova aveva aperto una sede in via Dei Mille a pochi passi dal Barattolo, il centro sociale di Pavia. Nel 2015 poi Casapound aveva avuto la sua sede, Il pendolo, in via Della Rocchetta come Radioaut. Adesso la sede si è spostata dal centro al quartiere Vallone. "In passato ci sono state vere e proprie aggressioni ai militanti di sinistra - ha detto Luca Casarotti, presidente della sezione Onorina Pesce di Anpi - e le precedenti sedi si trovavano in quartieri maggiormente presidiati. Questo è un quartiere periferico dove le forze dell’ordine sono meno presenti".

La sede di via Gramsci della Rete dei patrioti è stata inaugurata ieri, mentre la Rete antisfascista teneva un aperitivo resistente, ma il gruppo è attivo dal primo lockdown quando ha distribuito pacchi alimentari esclusivamente alle famiglie italiane. "Dopo la scissione di Forza Nuova è nata una nuova realtà che ha tre capisaldi: Dio, patria e famiglia - ha spiegato Ettore Sanzanni, referente della Rete dei patrioti, noto per aver festeggiato il suo 60° compleanno nella sede di Forza Nuova a Milano con una torta con la svastica -. La vicinanza della nostra sede con quelle delle associazioni di sinistra è soltanto un caso come lo sono state le sedi precedenti. Se ci verranno a cercare ci troveranno, se ci lasceranno nel nostro brodo, faremo quello che facciamo dal 1945 e non succederà nulla".

Il movimento al quale appartengono un centinaio di persone vuole incontrarsi due volte alla settimana per fare politica. "Non abbiamo nulla da spartire col governo - ha sottolineato Sanzanni -, vogliamo difendere gli interessi dei pensionati che con 600 euro dovranno decidere se pagare le bollette o comprarsi da mangiare e di tutti coloro che questo inverno si troveranno più poveri dovendo contrarre debiti per vivere". Ma molti residenti nel quartiere temono quella convivenza che le forze dell’ordine vorrebbe fosse pacifica. «Lo Stato ha i mezzi per prevenire l’insediarsi di organizzazioni fasciste - ha fatto notare Casarotti - ha scelto di non farlo. Faremo pressione sul potere politico perché venga applicata la legge".