UMBERTO ZANICHELLI
Cronaca

Violenza e degrado in zona stazione: "Il Comune faccia pressione su Rfi perché ripristini l’area dismessa"

Il gruppo civico Vigevano Prima Di Tutto: l’immobilismo dell’Esecutivo è ormai intollerabile

L’area dello scalo cittadino è tra le più “calde“ Agguati e spaccio in mezzo a strutture fatiscenti e biciclette abbandonate

L’area dello scalo cittadino è tra le più “calde“ Agguati e spaccio in mezzo a strutture fatiscenti e biciclette abbandonate

Intervenire su RFI, l’azienda delle Ferrovie che gestisce le infrastrutture, per spingere affiché l’area strategica nei pressi della stazione, ormai dismessa, venga ripristinata. Lo chiede all’Esecutivo il gruppo civico Vigevano Prima Di Tutto.

"La situazione è sotto gli occhi di tutti – commenta il portavoce Piero Marco Pizzi – Uno spazio pubblico dovrebbe rappresentare un biglietto da visita per chi arriva in città. Invece si presenta come un’area sporca e abbandonata. La zona è di proprietà di RFI, questo però non esclude il fatto che il Comune eserciti urgenti pressioni affinché la situazione venga risolta. La situazione è inaccettabile".

L’area della stazione è una di quelle più calde della città, dove non sono rari violenza e spaccio. "A rendere il quadro ancora più grave – insiste Pizzi – è la presenza di strutture ormai inutilizzate e fatiscenti, oltre a biciclette abbandonate da anni. Elementi che contribuiscono a fornire un’immagine desolante d’incuria e abbandono. Come gruppo civico – conclude Pizzi – Abbiamo inviato una richiesta ufficiale tramite posta certificata a RFI, illustrando in modo dettagliato la situazione e chiedendo un intervento urgente".

E ancora. "Riteniamo che un analogo interesse debba essere mostrato dall’Amministrazione comunale, che deve fare sentire il proprio peso istituzionale e assumersene le responsabilità. Simboli come questo sono in qualche modo la fotografia di un immobilismo che non possiamo più tollerare. Quella zona merita di essere riqualificata e restituita alla città nelle condizioni più dignitose possibili".

Umberto Zanichelli