Vigevano, un operaio si sente male in India e non ha i soldi per curarsi

L'operaio è paralizzato e intubato, l'ospedale minaccia di sospemdere le cure se non verrà saldato il conto

Alessio Tosetto in India

Alessio Tosetto in India

Vigevano (Pavia), 11 agosto 2018 - Un caso su 100 mila. Questa è la frequenza con la quale una banale gastroenterite può degenerare nella sindrome di Guillain-Barrè, una malattia autoimmunitaria che danneggia il sistema nervoso periferico e che, se non adeguatamente curata, può creare insufficienza a cuore e polmoni.

È quello che è accaduto ad Alessio Tosetto, 46 anni, operaio vigevanese, che è ora ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Apollo di Nuova Delhi. L’uomo, con alcuni amici, è arrivato in India ad inizio settimana per trascorrervi le vacanze. La gastroenterite, contratta in Italia, sembrava essersi del tutto risolta. «Invece – racconta Pietro Gorlani, uno degli amici che dall’Italia si sta prodigando per aiutare l’operaio – nell’arco di qualche giorno la sindrome da cui è affatto lo ha costretto, paralizzato, in un letto di ospedale. Alessio era partito per le vacanze senza attivare alcun tipo di assicurazione medica e per questo ora non è nelle condizioni di dover pagare le costosissime cure che sta ricevendo, spesa che, nonostante l’appoggio delle persone che sono con lui, non è in grado di sostenere. In pochi giorni di degenza la spesa è già salita a 15 mila dollari e crescerà ancora in modo considerevole, visto che è previsto che debba restare in ospedale per almeno un’altra decina di giorni».

L'uomo è al momento paralizzato, intubato e alimentato da una sonda. «La malattia – aggiunge Alessandro Casazza, uno degli amici che si trova in India – ha interessato l’apparato respiratorio e ora Alessio è in pericolo di vita. Noi amici abbiamo contribuito alle spese con le nostre carte di credito ma esse non sono sufficienti a pagare le cure e tanto meno un rientro in Italia in aeroambulanza. Per quanto possibile chiediamo al governo italiano di attivarsi per consentire il rientro in Italia del nostro amico: per curare questa sindrome il tempo è fondamentale e l’ospedale non è intenzionato a proseguire con le cure se non vengono pagati i conti. Ci stiamo anche attivando per creare un conto presso la Croce Rossa o la Caritas».