Vigevano, tre agenti aggrediti in carcere da un detenuto: "Situazione al limite"

Il sindacato di polizia: "Servono sanzioni esemplari"

Il Carcere dei Piccolini di Vigevano

Il Carcere dei Piccolini di Vigevano

Vigevano (Pavia) - Il carcere dei Piccolini di Vigevano registra la terza aggressione ad agenti della polizia penitenziaria nell’arco di appena due giorni. Dopo i due episodi avvenuti domenica, ieri mattina lo stesso detenuto che si era reso protagonista di uno di essi, al momento del normale controllo delle sbarre, si è improvvisamente scagliato contro tre agenti che sono rimasti contusi. Ne dà notizia Mirco Savastano, segretario generale aggiunto del Sindacato Polizia Penitenziaria. 

"Siamo stanchi di questa situazione. Nostro malgrado fungiamo da valvola di sfogo per i detenuti. È arrivato il momento che la struttura inizi ad irrogare delle sanzioni disciplinari esemplari nei confronti di questi soggetti. Esprimiamo la nostra vicinanza ai colleghi coinvolti e alle loro famiglie". Soltanto domenica si sono registrate altre due aggressioni, una a seguito del tentativo di incendio di una cella e la seconda da parte di un detenuto che aveva chiesto di essere visitato dal medico. Diversi gli agenti coinvolti, il più grave dei quali ne avrà per 20 giorni. E proprio ieri pomeriggio il consigliere regionale del M5S Simone Verni ha effettuato una visita ispettiva a sorpresa presso il carcere della frazione Piccolini di Vigevano. 

"A seguito dei recenti episodi – spiega – ho deciso di effettuare una visita a sorpresa. Il mondo politico e i vertici dell’amministrazione penitenziaria devono avviare un radicale cambio di tendenza nella gestione del sistema carcerario. Tre sono i temi che necessitano di essere affrontati: in primo luogo occorrono maggiori investimenti, per migliorare le strutture che hanno bisogno di spazi più adeguati, a garantire le attività necessarie al recupero. Poi aprire un dialogo con la comunità esterna affinché il detenuto, terminata la pena, possa trovare le giuste condizioni per il reinserimento nella società. Infine – aggiunge Verni – migliorare l’assistenza sanitaria soprattutto per le persone più problematiche. L’esperienza insegna che è sufficiente la presenza di pochi soggetti con disturbi comportamentali, o addirittura problemi psichiatrici, per rompere un equilibrio già precario".