Vendemmia Terre d’Oltrepo, raccolta in calo: meno 33 per cento

Sos dalla cantina di Broni e Casteggio ma enologo e presidente sono soddisfatti: "La qualità è migliorata"

L’enologo Riccardo Cotarella e il presidente di Terre d’Oltrepo, Andrea Giorgi

L’enologo Riccardo Cotarella e il presidente di Terre d’Oltrepo, Andrea Giorgi

Broni (Pavia), 15 ottobre 2019 - Vendemmia di Terre d’Oltrepo in calo: il bilancio in chiusura della stagione indica il meno 33 per cento della raccolta rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La cantina di Broni e Casteggio, la più grande per numero di soci, ha rivelato i dati che permettono di fotografare la situazione del 2019. In tutto sono stati lavorati trecentocinquantamila quintali di uva, mentre sono stati quattromila i carichi portati al sito produttivo di Broni, controlli minuziosi sono stati condotti su oltre la metà di essi tramite il sistema «Foss Analytics».

Il metodo ha permesso agli esperti della cantina di effettuare una vera e propria «radiografia» delle uve conferite dai soci, per capirne la qualità e le caratteristiche. La cantina Terre d’Oltrepo si è anche avvalsa della collaborazione direttamente sul posto dell’enologo di fama mondiale Riccardo Cotarella che ha effettuato controlli, insieme allo staff dell’azienda vitivinicola, i primi campioni di vino prodotto. Dalla cantina spiegano che Cotarella ha definito questa annata di «massima qualità» e ha espresso soddisfazione per il lavoro svolto dai soci, nell’ambito di un piano chiamato Progetto qualità. Soddisfatto anche il presidente di Terre d’Oltrepo Andrea Giorgi: «Siamo sulla strada giusta. La qualità dell’uva è migliorata e i nostri controlli tecnologici all’arrivo ci hanno permesso di fare una fotografia dettagliata di quello che i soci ci fornivano. Ritengo questo passaggio una svolta epocale per la cantina e, allo stesso tempo, i nostri soci devono essere sempre più consapevoli che questa è la strada intrapresa.

Gli investimenti e gli sforzi economici dovranno seguire questa strategia che ci porterà ad avere vini sempre più top di gamma». Riguardo alla strategia adottata, Giorgi ha aggiunto: «Il miglioramento del nostro posizionamento sul mercato è avvenuto cercando di puntare sui valori della qualità, della sostenibilità, della modernizzazione, del rispetto e della reputazione. Sono queste le leve che riteniamo essere adatte a portare maggior remunerazione ai soci. Riteniamo di dover valorizzare maggiormente i nostri prodotti spingendo di più nei settori dove la marginalità è superiore – ha scritto in una nota ufficiale -. Una strategia ben chiara che va incontro alle necessità di guadagno dei nostri soci. Allo stesso tempo questi ultimi devono essere consapevoli di questo sforzo che ci permette di essere presenti sul mercato con prodotti di vertice».

E non manca un riferimento al passato buio della cantina, quello delle vicende giudiziarie e delle condanne per frode e per il Pinot venduto come pregiato quando invece era comune vino da tavola: «Oggi più che mai questa cantina deve cancellare il passato, gli scandali devono rimanere un ricordo lontano e sbiadito perché ora abbiamo idee chiare e precise su dove si deve andare. E come farlo». Uno degli obiettivi è utilizzare sempre di più la tecnologia per condurre verifiche sulle uve conferite: «Siamo i primi ad aver effettuato controlli minuziosi sulle uve in arrivo attraverso tecnologie che andremo ad poi ci siamo adoperati per agevolare quelli degli organi competenti. Auspico che questa attività di ispezione mirata alla salvaguardia dell’uva e quindi del vino finale sia stata effettuata da tutti, in modo trasversale e non solo da chi, come noi, ha sempre gli occhi puntati addosso».