Veglia per il terremoto Le testimonianze "Il sisma ha cancellato anche i nostri ricordi"

La voce di Serena arrivata da Aleppo otto mesi fa

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"Abbiamo attraversato 12 anni di guerra e perso la nostra passione per la vita. I nostri sogni sono diventati elettricità, acqua e cibo". Serena Habib, originaria di Aleppo arrivata in Italia otto mesi fa grazie ai corridoi umanitari della Comunità di Sant’Egidio, l’altra sera con accanto il figlio Peter ha preso la parola durante una partecipata veglia di preghiera per le vittime del terremoto in Siria e Turchia portando la sua testimonianza.

"Nessuno della mia famiglia si è fatto male, ma hanno dovuto lasciare la nostra casa da un giorno all’altro - ha detto Serena -. Dopo la guerra ci restano solo i ricordi. Al mio arrivo in Italia mi ero ripromessa in futuro di portare mio figlio a visitare la Siria. Ora purtroppo non c’è più niente da vedere, anche i nostri ricordi non esistono più". E, con le notizie che arrivano, chi è lontano si colpevolizza. "Noi siriani in esilio - ha aggiunto Serena - siamo al sicuro, invece le nostre famiglie sono per strada. Io dormo in una stanza mentre ci sono molte persone che ancora sotto le macerie aspettano che qualcuno le porti fuori prima che sia troppo tardi".

Anche da Pavia sono partiti degli esperti soccorritori che stanno operando. "Ho sempre chiesto alla mia famiglia e ai miei amici rimasti in Siria perché non provassero a uscire dal Paese per avere una vita migliore. Mi rispondevano che avevano un tetto sulla testa. Ora hanno perso anche quella sicurezza. Ci sono genitori che hanno perso i propri figli e bambini che hanno perso le proprie famiglie".

Di fronte a queste parole, il vescovo Corrado Sanguineti ha ripreso il discorso pronunciato da Giovanni Paolo II dopo il terremoto in Irpinia. "Non dimenticate le nostre famiglie in Siria", ha esortato Serena e alcune offerte sono state raccolte per aiutare il popolo siriano.

Manuela Marziani