Un pullman carico di solidarietà

Tra mille difficoltà, sono arrivati ieri i 55 cittadini ucraini che troveranno alloggio tra Pavia e Voghera

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di Manuela Marziani

Negli occhi l’orrore della guerra, sul viso la stanchezza di oltre 20 ore di viaggio. Sono arrivati ieri pomeriggio 55 cittadini ucraini, che saranno ospitati tra Pavia (35) e Voghera. Mamme con i loro bambini che arrivano da località diverse dell’Ucraina.

"Pensavamo sarebbe stato più semplice caricare le persone – racconta Simone Bergonzi di Oltreviaggi –. Invece siamo arrivati in Polonia carichi di viveri per la popolazione ucraina e non ce li hanno fatti scaricare. Li abbiamo lasciati oltre la frontiera, poi abbiamo cercato le persone da portare in Italia. Un sacerdote dirigeva le operazioni, la gente arrivava a scaglioni".

Con tutte le difficoltà causate anche dalle comunicazioni che non sono agevoli, il pullman è partito. "Al nostro arrivo abbiamo trovato tutto pronto – racconta la volontaria di Ucraina nel cuore, Halyna Zemlyak –. Non ci aspettavamo una simile attenzione, grazie ai giovani che si sono impegnati tanto".

"Mi hanno chiesto la disponibilità del refettorio per una prima accoglienza e l’ho data – sottolinea il parroco di San Lanfranco, don Dante Lampugnani, che ha aspettato gli ucraini davanti alla sua chiesa –. Alcuni volontari poi si sono prodigati per un minimo aiuto. È un modo per tendere la mano a chi è in difficoltà".

Pochi effetti personali racimolati in fretta e infilati nelle borse e un groppo in gola. Il parroco guarda i loro volti con il magone: "Si può facilmente immaginare che cosa ci sia dietro quei volti. Si vede che sono provati".

"È stato un viaggio lungo e complicato – dice la presidente di Ucraina nel cuore, Tamara Kononenko –. Ma è ancora più difficile vedere bambini che dormono per terra, persone che non si fanno una doccia da dieci giorni. Non mi dimenticherò certe immagini".

L’associazione, dopo aver portato in salvo le prime persone, si rimetterà subito al lavoro per raccogliere ancora farmaci, cibo e tutto il necessario per chi combatte e per chi resta in Ucraina. Con il pullman pieno, i volontari raggiungeranno di nuovo il territorio ucraino e torneranno con altri rifugiati.

"Stiamo organizzando un altro pullman – conferma Kononenko –, ma abbiamo bisogno di fondi per pagare la società di trasporti. Dalle persone che portiamo in Italia noi non prendiamo un euro, non vogliamo soldi".

Dopo aver lasciato i 35 ucraini che ora vivranno a Pavia, il bus può ripartire, destinazione Voghera. L’ultima tappa, però, non dista molti chilometri.