Un impianto da 8 milioni di metri cubi di biometano

Li produrrà la tecnologia A2A trattando la frazione organica dei rifiuti e recuperando il compost per l’agricoltura

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Un enorme apparato digerente: è stato definito così l’impianto di trattamento della frazione organica dei rifiuti che permette la produzione di biometano e il recupero di compost per l’agricoltura collocato al centro integrato di Cascina Maggiore. "Abbiamo utilizzato la tecnologia più recente e migliore", ha detto l’ad di A2A Renato Mazzoncini dopo aver tagliato il nastro.

Come ha spiegato il direttore business di A2A Fulvio Roncari, invece del cibo che gli esseri viventi introducono nello stomaco "l’impianto riceve scarti di cucina in una sorta di marmellata, il prodotto finisce nei tre digestori anaerobici da 2.200 metri cubi che, con l’ausilio di batteri specializzati e in assenza di ossigeno, trasformano la componente organica prima in biogas e poi in biometano perché deve essere estratto dal digestore e purificato dalla Co2". Sedici milioni di mc di biogas prodotto nei 3 digestori generano 8 milioni di metano. Il rifiuto poi viene tolto e inizia una digestione aerobica in presenza di aria con aggiunta di ramaglie e scarti vegetali. Quindi viene portato in 11 biocelle dove, con altri batteri, si completa il lavoro. A quel punto il compost è pronto per l’agricoltura.

"Quando si parla di rifiuti e ambiente – ha detto il sindaco di Giussago Albino Suardi – le preoccupazioni non mancano, ma questo non può fermarci. L’impianto è molto bello, se dovessimo avere problemi ne parleremo perché l’importante è che si rispettino l’ambiente e la salute delle persone". Sodisfatto anche il sindaco di Lacchiarella, Antonella Violi: "L’azienda è un’eccellenza e ha realizzato il miglior impianto per la gestione dei rifiuti di più province. Continueremo a collaborare con A2A e a dialogare in modo franco per garantire la tutela del territorio".

M.M.