Pavia, spari in centro durante la movida: otto anni di carcere

Raffaele Schibano aveva esploso due colpi nell’ottobre 2019 in Strada Nuova

Polizia sul luogo della sparatoria

Polizia sul luogo della sparatoria

Pavia - Otto anni di reclusione a Raffaele Schibano per il tentato omicidio del 26 ottobre 2019 in centro a Pavia. Il quarantenne avellinese è stato condannato ieri dal Gip di Pavia, dal quale era a processo con rito abbreviato che consente di ottenere lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. L’accusa aveva chiesto la condanna a undici anni e quattro mesi di reclusione. I reati contestati a Schibano erano tentato omicidio, violenza privata, minacce e detenzione di armi.

La sera in cui si sono svolti i fatti, Schibano ha sparato due colpi di pistola in direzione di un uomo, con cui sembra non avesse mai avuto rapporti e dunque possibili motivi di rancore, tra il Ponte Coperto e Strada Nuova, il cuore del capoluogo di provincia e centro nevralgico della movida. Infatti, in quel momento la zona era piena di gente, dunque sussisteva il rischio che qualcuno potesse venire colpito. I proiettili avevano solo sfiorato la parte offesa, sebbene Schibano avesse sparato a distanza ravvicinata. Il movente non è emerso chiaramente, sembra che fosse in corso una discussione riguardante un cellulare non restituito. Al culmine dell’alterco, sono stati sparati i colpi.

Schibano era subito stato individuato e arrestato. Ha precedenti specifici: nel 2007 in provincia di Avellino aveva ucciso l’imprenditore sessantaquattrenne del posto Antonio Formato. Per quel delitto era stato condannato a dodici anni di reclusione con rito abbreviato, pena che ha scontato e al termine della quale si è trasferito dalla Campania a Pavia. Nel corso del procedimento davanti al Giudice per le indagini preliminari di Pavia, Schibano è stato assistito dall’avvocato Luciano Garatti: "Abbiamo chiesto la derubricazione in violenza privata aggravata dall’uso dell’arma perché non c’era assolutamente l’elemento intenzionale di uccidere o ferire la parte offesa, ma solo l’intento di spaventare. Insisteremo in Appello su questa linea". Le motivazioni della sentenza del giudice pavese saranno depositate tra novanta giorni.