"Non vogliamo il biodigestore" Presidio e assemblea pubblica

L’impianto dovrebbe trovare posto ad Arena Po. "Sarebbe il terzo in un raggio di trenta chilometri"

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di Pierangela Ravizza

Prima un presidio al mattino davanti ai cancelli di un’azienda della zona confinante con l’area dove dovrebbe sorgere il biodigestore poi un’assemblea pubblica. Una mobilitazione che vedrà il suo culmine lunedì 14 novembre, quattro giorni prima della terza riunione della conferenza dei servizi in Provincia di Pavia dove si potrebbe decidere il futuro del progetto. Che non piace alla gente del posto e che vede in prima fila nella protesta sindaci di diversi comuni, ad iniziare da Arena Po, nel cui territorio dovrebbe sorgere l’impianto che trasformerebbe la parte umida dei rifiuti ed il verde in gas.

"Innanzitutto è bene precisare che la nostra perplessità (e quella della popolazione) – rileva il sindaco di Arena Po, Alessandro Belforti – nasce anche dal fatto che in Oltrepo Pavese sarebbe il terzo biodigestore in un raggio di 30 chilometri da Voghera a quello previsto (e già autorizzato) di Broni". "Decisamente tanti – aggiunge Belforti – se si considera che a dieci chilometri di distanza, in provincia di Piacenza, a Sarmato ne funziona un altro in cui finiscono i rifiuti dell’Oltrepo orientale bacino di utenza della Broni-Stradella Pubblica". Il sito prescelto è vicino ad un’azienda, la Edilfibro, in cui lavorano oltre 80 addetti e proprietà e dipendenti sono decisamente contrari all’insediamento. Il fronte del no è, però, più esteso e coinvolge anche comuni vicini ad Arena Po, come Bosnasco dove è partita la protesta in calendario fra pochi giorni. "In effetti – fa sapere il sindaco di Bosnasco, Flavio Vercesi – alcune cascine del nostro comune sono a 400-500 metri dall’area in cui dovrebbe funzionare il biodigestore. Non si tratta (ed è un concetto ribadito anche dal suo collega sindaco di Arena Po) di essere a priori contro questo tipo di impianto – aggiunge – la questione è un’altra. Da dove arrivano questi rifiuti da trattare considerando che quelli locali hanno già un’idonea e adeguata collocazione nell’impianto di Sarmato"? Non a caso a fianco dei sindaci e della popolazione si è schierata anche la Broni-Stradella Pubblica Srl. Posizione che avrebbe provocato anche uno strascico legale. Poi, naturalmente schierata è Legambiente Oltrepo ed osservazioni critiche arrivano anche dalla vicina (ma già in Emilia) Castelsangiovanni.

Il timore, in questo caso, riguarda anche il possibile aumento di mezzi pesanti che trasporterebbero rifiuti. Una prima questione avrebbe già riguardato il progetto per una nuova rotonda di accesso all’area scelta per il biodigestore e lungo la statale via Emilia. Dopo un’iniziale riserva di Anas, però, ora ci sarebbe l’ok. L’iter, piuttosto lungo e complesso, legato ad una possibile autorizzazione (e sarebbe la Provincia di Pavia a dare l’eventuale via libera), dura ormai da diversi mesi se non anni, ma, avvertono ora i sindaci: "Siamo alla terza riunione della conferenza dei servizi in pochi mesi (la prima era stata a maggio scorso). Insomma, qualche motivo di preoccupazione in più non manca".