L’università entra nei collegi "Un campus esteso alla città"

Dal prossimo anno accademico nuovi corsi nelle strutture anche per gli studenti non residenti

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di Manuela Marziani

L’Università entra nei collegi e lo fa attraverso nuovi corsi e attività formative nelle diverse strutture che saranno aperte anche agli studenti che non vi risiedono. La novità sarà introdotta dall’anno accademico 2022-2023, grazie al progetto “Collegiale non residente“. L’iniziativa è resa possibile dalla collaborazione tra l’Ateneo pavese e i 16 Collegi: quelli di “merito“ (Borromeo, Ghislieri, Santa Caterina, Nuovo e Cairoli) e gli altri gestiti da Edisu (l’Ente per il diritto allo studio).

"Il numero di studenti che risiede nei nostri collegi è di 2.500 – sottolinea Francesco Svelto, rettore dell’Università di Pavia – pari a circa il 10% del totale e al 25% degli studenti che risiedono a Pavia. Sono numeri molto elevati, se confrontati con quelli delle altre Università italiane: mostrano come l’esperienza collegiale riguardi solo una piccola minoranza degli studenti iscritti al nostro Ateneo. L’idea è di estendere almeno parte dei benefici di vivere in collegio ai giovani che lo vogliano facendoli diventare “collegiali“ anche se non residenti in struttura".

Sono 13 gli insegnamenti che partiranno nei collegi pavesi, aperti a tutti gli studenti, ai quali si aggiungeranno laboratori sulle competenze trasversali che potranno essere riconosciuti a livello europeo come “open badge“.

Il progetto prevede all’interno dei collegi la promozione di tutorati di sostegno, dedicati soprattutto agli esami di particolare difficoltà per gli studenti delle lauree triennali, e tutorati di approfondimento, indirizzati a tempi specialistici. "Attraverso queste iniziative – aggiunge il rettore Svelto – si fa un ulteriore passo in avanti nell’integrazione tra Università e collegi per quanto riguarda attività formative e tutorati. L’Università diventa sempre di più un campus esteso alla città".