L’omicidio di Gigi Bici, "indagini contraddittorie"

La difesa dell’indagata Pasetti chiede i domiciliari sollevando dubbi su alcune conclusioni

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Hanno recentemente denunciato pubblicamente le condizioni nelle quali sono costretti a vivere. Tra i detenuti ristretti nel carcere di Vigevano c’è anche Barbara Pasetti, la fisioterapista 40enne accusata dell’omicidio di Luigi Criscuolo, 60 anni, conosciuto a Pavia come Gigi Bici. Per la donna che si trova dietro le sbarre dal 20 gennaio prima per tentata estorsione e poi per omicidio volontario, occultamento di cadavere e detenzione illegale di un’arma non denunciata, l’avvocato difensore Irene Anrò ha chiesto gli arresti domiciliari anche per motivi di salute.

Ma non è l’unica motivazione. Secondo la difesa, infatti, ci sarebbero alcune presunte contraddizioni nelle indagini. Per gli inquirenti, Barbara Pasetti avrebbe ucciso da sola Criscuolo e poi ne avrebbe spostato il cadavere fuori dal cancello. La difesa, invece, ritiene che la donna sia stata aiutata e che non intenda parlare. Strano poi che non si sia sbarazzata della pistola dopo l’omicidio e che non sia stata effettuata una perizia balistica sulla calibro 7.65 senza matricola ritrovata nascosta in un vano della tenuta in cui vive Barbara Pasetti.

Non solo, ci sarebbero dubbi anche sulla compatibilità tra i frammenti di vetro ritrovati nel cortile e il finestrino dell’auto della vittima e sono state trovate tracce di Dna maschile sull’auto di Luigi Criscuolo che appartengono a un uomo rimasto misterioso perché non sono né di Gian Andrea Toffano, né di Franco Pasetti il padre di Barbara, né di Ramon Pisciotta l’amico di Gigi Bici al quale Barbara si era rivolta dopo la morte del 60enne per "sistemare" l’ex marito.

M.M.