Stradella, sfruttamento degli operai: le paure dopo gli arresti della Finanza

Stipendi non pagati e prospettive di lavoro perdute per gli addetti dietro i cancelli dell'azienda coinvolta nell'inchiesta Negotium

Guardia di Finanza

Guardia di Finanza

Stradella (Pavia), 29 luglio 2018 - Rabbia, tensione e paura, davanti e dentro i cancelli della Ceva Logistics di Stradella. Si guarda con apprensione al presente e al futuro, il giorno dopo il blitz della Guardia di Finanza, che ha spedito in carcere 12 persone nell’inchiesta «Negotium», condotta con il coordinamento della Procura della Repubblica di Pavia, e che portato allo smantellamento di un articolato sistema fraudolento con gravi ipotesi di reato (sfruttamento di lavoratori in stato di bisogno, frodi fiscali e anche associazione a delinquere). Al presente perché non sono stati ancora pagati gli stipendi e al futuro perché è andata in frantumi la piramide dei consorzi e delle cooperative che, fra appalti e subappalti, gestivano la struttura.

Una nota della Prefettura di Pavia segnala che, su richiesta dei sindacati Cisl e Cgil, proprio per garantire tranquillità ai lavoratori della Ceva (da 300 a 700 a seconda dei periodi), lunedi si riunirà un tavolo di confronto sindacale/aziendale. Una mediazione che – tuttavia – non è detto riesca. Dal fronte Cobas (che sostiene di avere 400 iscritti circa), infatti, arriva un no categorico alla riunione in Prefettura: «Già verificato che non servono a nulla. Ce ne sono stati tanti – dice Livius Dima, delegato Cobas – ma con impegni mai rispettati. Noi vogliamo un confronto diretto con l’azienda Ceva perché le coop ci dicono che non possono pagarci perché la Ceva non paga. Da noi c’è gente che con il misero stipendio mantiene la famiglia e ha degli impegni di spesa che non possono aspettare i comodi di chi ci deve pagare».

«Lo sciopero continua – prosegue – qualcuno non sa e entra lo stesso a lavorare, qualcuno lo fa perché è disperato e teme di finire sul lastrico». Non lo si dice apertamente, ma si cerca anche di evitare, che la tensione salga ancora e si ripeta il duro scontro che si era avuto a gennaio in un’altra logistica della stessa area o il bis, ad aprile, nel deposito della Zalando che, da quello della Ceva, dista meno di 200 metri. «Eravamo qui già un anno fa per denunciare le cose che non vanno e lo sfruttamento dei lavoratori – dice davanti ai cancelli della Ceva, l’europarlamentare della Lega, Angelo Ciocca – allora per denunciare l’assurdità di contratti in rumeno e stipendi pagati in leu. Ora basta e devono esserci pene esemplari per i colpevoli».