La scomparsa di Mino Milani "Progettava già il prossimo libro"

Giovannetti è stato l’ultimo editore della sua ricca produzione. "Inventare storie lo ha sostenuto fino alla fine"

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di Manuela Marziani

Oltre 700 testi antologizzati tra saggi e fumetti e più di 200 libri: Mino Milani ha lasciato una produzione letteraria immensa firmata con il suo nome o con uno dei suoi innumerevoli pseudonimi, alcuni dei quali non ricordava neppure d’averli mai usati. Tutto questo patrimonio resterà nel cuore di diverse generazioni, mentre Pavia piange un “amico“ di tutti. Inventore di storie, uomo dalla fervida fantasia il Salgari pavese se ne è andato in punta di piedi nella sua casa di piazza San Pietro in Ciel d’oro dove fino a pochissimo tempo fa era lui stesso ad aprire la porta per ricevere le persone. Ragazzi, che amavano farsi raccontare avventure come soltanto lui sapeva fare o amici. "Mino aveva già in mente il prossimo libro di San Siro (ogni anno il 9 dicembre usciva un suo libro, sorta di regalo alla città, ndr) - ha detto Giovanni Giovannetti, l’editore che con Effigie ha pubblicato i suoi ultimi lavori –. Anche quando il corpo lo stava abbandonando, inventare storie lo sosteneva. Doveva essere un’indagine del commissario Ferrari, pensavamo a come impaginarla". Mino Milani guardava avanti e non si fermava mai. Quando lavorava nella redazione del Corriere dei piccoli alcuni numeri erano interamente confezionati da lui. "Se accadeva un fatto di cronaca importante e il giornale era in chiusura - ha aggiunto Giovannetti -, Mino non si spaventava, "Se è guerra che guerra sia" diceva. Si metteva alla macchina da scrivere, batteva sui tasti velocemente e la storia era pronta. Quando è andato via dal Corriere ha chiesto una sola cosa, quella macchina da scrivere da cui sono uscite storie e personaggi". L’ultimo è racchiuso in un racconto inedito “La dama rossa“, una cinquantina di pagine nate da uno degli arazzi sulla battaglia di Pavia esposti al museo di Capodimonte. "Lo tenevo per una prossima pubblicazione – ha proseguito Giovannetti – perché era appena uscito il libro di San Siro".

Il tempo correva più lentamente della fervida fantasia di Mino che ha scritto di tutto anche cose che non ha firmato. "Ricordo d’aver trovato un fumetto non firmato pubblicato sul Messaggero dei ragazzi intitolato Laudato sii in cui sorella luna è impersonata da un astronauta – ha ricordato l’editore –. Gliene avevo parlato e ancora prima di nominargli l’astronauta era stato Mino a chiedermi se ci fosse, così ho avuto la certezza che il fumetto fosse suo". Colto, ma per nulla supponente, Milani era attento e aperto all’ascolto di tutti, chi non la pensava come lui e chi non aveva la sua esperienza, a cominciare dai bambini. "Il critico cinematografico Roberto Chiesi - ha concluso Giovannetti - m’ha raccontato d’aver incontrato Mino quando era un bambino. Per lui era un idolo, colui che scriveva le storie che Roberto leggeva. Quando si sono visti, Mino lo ha ascoltato e lui che oggi è un uomo di cultura, ha conservato sempre quel ricordo sentendosi orgoglioso del suo modo di rapportarsi a un grande".