La battaglia (vinta) di 600 famiglie: apre la ludoteca

A gennaio “Spazio gioco“ sarà un servizio dedicato ai bambini aperto tutti i giorni

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Per due anni hanno lottato, bussando a tutte le porte nella speranza di ottenere uno spazio nel quale i loro bambini avrebbero potuto trascorrere le giornate invernali, mentre i genitori si confrontavano. Ma non hanno ricevuto risposta, quindi 600 famiglie hanno pensato di fare da sole perché Pavia possa avere una ludoteca cittadina. A gennaio in corso Mazzini 14 si aprirà “Spazio gioco“, un progetto di welfare di comunità, una ludoteca no profit, attenta alle fragilità e alle criticità del territorio. Per raggiungere l’obiettivo molti genitori e cittadini si sono messi insieme, professionisti, associazioni e realtà del territorio hanno prestato sempre gratuitamente la loro opera e l’Università ha permesso di usufruire delle capacità del professor Ioanni Delsante, che ha curato la parte di sviluppo progettuale e Universitiamo ha sostenuto la campagna di raccolta fondi: 12mila euro in 2 mesi.

Nei 100 metri quadri di corso Mazzini le varie fasce di età potranno giocare liberamente e partecipare a laboratori. Aperto 7 giorni su 7, sia al mattino che al pomeriggio, “Spazio gioco“ è una realtà senza scopo di lucro che si basa sull’aiuto dei cittadini e delle imprese. E dai genitori come dalle aziende sono già arrivati moltissimi giochi. Una parte di questi oggi dalle 10 alle 19 e poi il 19 dalle 15 alle 19 saranno messi in vendita in Università nel mercatino del riuso di Natale contribuendo alla raccolta fondi per “Spazio gioco“, mentre altri entreranno in ludoteca. "“Spazio gioco“ contribuisce a sviluppare un’ecologia di relazioni sociali e produttive che merita di essere documentata e opportunamente studiata – ha commentato Ioanni Delsante, ricercatore dell’Università di Pavia in progettazione architettonica e urbana –. Rappresenta un caso esemplare in cui il progetto non è solo riconducibile allo spazio fisico (e limitato) nel quale si inserisce, ma sviluppa una dimensione socio-spaziale in cui crea relazioni. Quale che sia la sua organizzazione socio-spaziale, occorrerà progettarlo insieme ai protagonisti, alle molteplici voci che lo stanno accompagnando, inclusi professionisti e sostenitori esterni. La campagna di crowdfunding si è dimostrata un successo strepitoso proprio perché ha risposto a una necessità reale che tantissimi hanno percepito e fatta propria generando un effetto valanga".

Manuela Marziani