Gioco d’azzardo, a Pavia scatta il piano locale

I dati sono in continuo aumento. E dalla Regione arriva un contributo per la prevenzione e il contrasto

Da sinistra al tavolo Armando Gozzini, Mara Azzo,  Irene Marzi e Raffaella Brigada

Da sinistra al tavolo Armando Gozzini, Mara Azzo, Irene Marzi e Raffaella Brigada

Pavia, 1 novembre 2019 -  "I dati sono in continuo aumento". Mara Azzi, direttore generale dell’Agenzia di tutela della salute di Pavia, si riferisce al gioco d’azzardo patologico (Gap), per il quale l’Ats ha presentato ieri in conferenza stampa il nuovo Piano locale, predisposto con i circa 468mila euro messi a disposizione del territorio pavese da Regione Lombardia. E i dati li snocciola Armando Gozzini, direttore socio sanitario dell’Azienda socio-sanitaria territoriale.

«I pazienti presi in carico per gioco d’azzardo patologico nei 3 SerD (Servizi dipendenze) che l’Asst gestisce in provincia di Pavia, nel 2018 sono stati 142, con un aumento negli anni rispetto ai 138 del 2017 e ai 118 del 2016. Sono in netta prevalenza maschi: 115 nel 2018, altrettanti nel 2017 e 100 nel 2016, mentre le donne rispettivamente 27, 23 e 18». Nella suddivisione per fasce d’età dei 142 dell’ultimo anno, i numeri maggiori sono tra i 55 e i 59 anni, 25 pazienti, e sopra i 65 anni, 23; poi 18 fra i 45 e i 49 anni, 17 fra i 50 e 54 anni, 15 fra i 40 e i 44 anni, altrettanti 15 fra i 30 e i 34 anni, 13 fra i 35 e i 39 anni, 8 fra i 60 e i 64 anni, 5 fra i 25 e i 29 anni, 3 fra i 20 e i 24 anni, nessuno sotto i 20 anni. «Un dato significativo - prosegue Gozzini - è quello delle modalità di accesso al servizio: dei 142, ben 129 sono stati presi in carico con accesso volontario, altri 6 tramite famigliari, solo 2 tramite medico, altrettanti 2 tramite altri servizi, oltre a 2 in carcere e 1 tramite misure alternative.

Il dato dell’accesso volontario però è importante, perché denota la presa di coscienza della malattia e della conseguente necessità di cura». «Uno dei problemi principali del gioco d’azzardo - conferma Mara Azzi - è che da molti viene considerato un vizio più che una malattia. Dire ‘smetto quando voglio’ è solo un’illusione. Per questo le azioni previste dal nostro Piano locale sono suddivise quasi equamente fra quelle di prevenzione primaria, per ridurre i fattori di rischio, quelle di prevenzione secondaria, per diagnosi tempestiva e cura precoce, e infine prevenzione terziaria, per impedire il progredire della malattia mediante azioni di trattamento, con azioni di cura e riabilitazione». Dei 402.798 eur o messi a disposizione dell’Ats Pavia da Regione Lombardia, ai quali si aggiungono altri 66mila euro di fondi residui, 217.898 sono desinati ad attività di prevenzione e contrasto nelle scuole, luoghi di lavoro e comunità locali, 188.872 da utilizzare invece per diagnosi precoce, cura e riabilitazione. «Il Piano locale gioco d’azzardo patologico - spiega Ilaria Marzi, direttore socio sanitario Ats Pavia - è frutto di un lavoro di rete. Con le scuole, anche con progetti di educazione fra pari, di studenti per altri studenti. Con gli enti locali, anche al fine di rendere omogenee sul territorio i regolamenti comunali ad esempio per gli orari di aperura e chiusura dei locali sedi di gioco e della loro distanza da luoghi sensibili. E con la Casa del Giovane, grazie a un apposito finanziamento per la prima volta destinato alle attività residenziali e semiresidenziali, in totale per 10 posti». «Già nel 2012 - spiega il presidente della cooperativa sociale Casa del giovane, Diego Turcinovich - avevamo attivato il primo gruppo di auto-mutuo aiuto per gioco d’azzardo. Da noi arrivano prima che nei veri e propri servizi sanitari, ma le richiese di aiuto stanno continuamente aumentando». «Da Pavia abbiamo dato la sveglia a livello regionale e nazionale - conclude Simone Feder, psicologo della Casa del giovane e anima del movimento No slot - su un problema che nonostante gli sforzi continua a crescere. E il gioco non è da considerare un "settore economico", ma una malattia che rovina le persone e le famiglie»