"In 10 anni 500 medici scappati. Organici tagliati e carriere sfumate"

Anaao-Assomed, l’associazione dei professionisti, fotografa l’esodo dei camici bianchi pubblici Per personale lombardo in fuga l’Asst di Lodi è al 4° posto, Cremona al 9° , Pavia al 14°, il San Matteo al 18°

medici

medici

Pavia, 8 aprile 2022 - La grande fuga del personale sanitario: Anaao-Assomed, associazione di medici dirigenti, ha analizzato i numeri riguardanti l’abbandono del Servizio sanitario regionale lombardo da parte dei camici bianchi pubblici. Ha scoperto così che dal 2010 a due anni fa, se si esclude una leggera flessione registrata nel 2013, la curva si è impennata arrivando fino a 500 medici in fuga e le previsioni del sindacato ipotizzano un incremento perché i dati si basano sul conto annuale del ministero dell’Economia e delle finanze e non prendono in considerazione i professionisti in pensionamento come l’effetto della pandemia.

«Le cause principali sono identificabili nei tagli al personale e alla carenza di specialisti che rendono organici sempre più sofferenti per via del carico di lavoro – sostiene Anaao-Assomed – ma occorre considerare anche l’aumento della presenza femminile tra il personale, che si trova ad affrontare turni e orari disagevoli. Poi c’è una burocrazia sempre più pesante; un’assente autonomia decisionale e una soffocata premiazione della professionalità, oltre a un pericoloso incremento del rischio di denunce legali e aggressioni, come uno spegnimento progressivo delle ambizioni di carriera".

Così in Lombardia, nel 2009, i direttori di Struttura complessa erano 1.234 mentre nel 2019 solo 967 (il 21% in meno). Calati drasticamente anche per i responsabili di Struttura semplice: nel 2009 erano 2.280, e 10 anni dopo il 23,3% in meno, 1.751. "Lo scopo dello studio – prosegue il sindacato – è approfondire la situazione complessiva regionale come quella delle singole Asst e Irccs pubblici. L’analisi è iniziata nel 2016, partendo dalla riforma Maroni sui perimetri delle aziende e quindi sugli organici . I dati riguardano solo i licenziamenti su base volontaria, escludendo tutte le altre causali relative a pensionamenti o mobilità. Le scelte più note sono verso la medicina generale, il privato o la libera professione. In ogni caso sono scelte dettate dal malessere nel proseguire il rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione".

L’azienda col maggior numero di cessati è l’Asst Valcamonica, seguita da quella della Valtellina. L’Asst di Lodi è al 4° posto, al 14° Pavia e il San Matteo al 18°. Al 9° l’Asst di Cremona, che nel 2019 aveva registrato il più alto numero di cessazioni, fenomeno che nel 2018 aveva interessato le Asst Gaetano Pini e Valtellina. Nessuna fuga, infine, nel 2020 al Pio Albergo Trivulzio, Asst Sette laghi, Rodhense, Gaetano Pini e Bergamo Ovest.