PIERANGELA RAVIZZA
Cronaca

Caldo anomalo e niente pioggia, il fiume Po come in agosto

Scatta l’emergenza idrica in tutta la pianura Padana. Agricoltori già in allarme: "Se tornerà il freddo, i danni alle coltivazioni saranno devastanti"

Il fiume Po in secca all'altezza del Ponte della Becca (Torres)

Pavia, 9 marzo 2019 - Il Po come in agosto: al ponte della Becca, fra Pavese e Oltrepo, ieri era a -2,69 metri rispetto allo zero idrometrico. Scendendo ancora più giù, lungo il corso (ansimante) del fiume, a Cremona, il livello ieri era -6,68 metri, a Riva di Suzzara, nel Mantovano, solo -2,48, ma qui raramente il Po scende sotto lo zero. L’emergenza idrica, però, non interessa solo il grande fiume, ma è generalizzata in tutta l’area della pianura Padana. L’Adige è addirittura sotto il minimo, il fiume Enza, nei primi di marzo, ha registrato una portata di acqua quasi a zero rispetto ai 5,89 metri cubi al secondo del marzo 2018, il<WC> <WC1>Secchia 2,17 metri cubi al secondo quando un anno fa erano 20,25. Le rilevazioni sono a cura dell’Anbi(Associazione nazionale consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue) che evidenzia come la situazione attuale del Po sia in linea con le condizioni della siccità del 2007, più grave di quella del 2017 costata due miliardi di euro in danni all’agricoltura

Tutta colpa di quella che è stata definita anche la «finta primavera» in netto anticipo sul calendario, anomala rispetto alle temperature medie di questo scorcio di fine inverno. E l’agricoltura trema, questa volta non per colpa del gelo, ma proprio per i timori di un  inaspettato periodo di siccità e gran caldo. «Tutto questo – rileva la Coldiretti – giustifica i timori per i rischi di quanto potrebbe succedere a causa delle piante, con mandorli e albicocchi che sono in fiore e i peschi già pronti a sbocciare».

Il guaio, però, è che praticamente tutte le coltivazioni sono in grande anticipo e questo andamento climatico le rende particolarmente vulnerabili qualora (e non è da escludere) si verificasse un ritorno del freddo. Anche la vite è a rischio: «Non tanto per la siccità – dice Marco Bertelegni, enotecnico della Monsupello Wine di Torricella Verzate, in Oltrepo Pavese –, quanto per l’eventualità di un precoce germogliamento e che si possa ripetere quanto accaduto nel 2017,  quando una gelata a metà aprile aveva distrutto fino al 30% della produzione».

Febbraio è andato in archivio con una temperatura di 1,38 gradi superiore alla media storica; al Nord addirittura due gradi. La mancanza di pioggia preoccupa per le scorte idriche e per la prevedibile crisi sul versante delle irrigazioni necessarie in estate. Secondo un monitoraggio sempre >a firma< Coldiretti, le percentuali di riempimento dei laghi lombardi segnalano un deficit che oscilla dal 31% per il Maggiore al 15% del Lago d’Iseo e al 9% anche per il Lago di Como. L’elenco delle avversità, però, non finisce qui: a rischio, infatti, sono anche i boschi per il divampare degli incendi fuori stagione: nei primi due mesi dell’anno, soprattutto al Nord, c’è stato un considerevole aumento di roghi, anche in zone, come l’alto Oltrepo Pavese, in passato mai interessate.