"Fateci tornare nelle nostre aule"

Pavia, protesta degli studenti davanti al liceo Cairoli. Ieri sarebbe dovuto essere il giorno del rientro

Migration

di Manuela Marziani

Doveva essere il primo giorno di scuola del 2021 e doveva coincidere con il ritorno in aula. Invece la riapertura è di nuovo slittata, così gli studenti hanno deciso di tornare comunque a scuola, ma per seguire le lezioni da fuori. Ieri mattina un gruppo di ragazzi non soltanto del liceo Cairoli si è dato appuntamento nello spazio antistante l’istituto di corso Mazzini trasformato in classe. “Armati“ di un dispositivo per fare lezione, cuffiette, guanti e vestiti pesanti per sfidare le rigide temperature, i ragazzi si sono messi all’opera. "Siamo arrivati con del tè caldo - racconta Simone Ficicchia del gruppo Sos studenti -, da scuola dove c’erano solo la dirigente e le bidelle ci hanno visti e ci hanno portato fuori delle sedie per farci stare più comodi". E tra i ragazzi si è creata subito l’atmosfera della classe. "Ci mancava fare gruppo - aggiunge Ficicchia che frequenta il 5° anno del liceo musicale Cairoli -, confrontarci sui punti che non capivamo e sentivamo il bisogno di rivedere persino l’edificio scolastico. Da febbraio siamo riusciti ad avere soltanto due mesi di lezioni in presenza tra settembre e ottobre tra mille difficoltà. Oggi siamo zona gialla, i negozi sono tutti aperti per i saldi, ci sono state delle riaperture anche durante le vacanze di Natale tanto che si teme una terza ondata, ma la riapertura delle scuole è slittata. Sembra non sia una priorità il nostro futuro".

Da un’indagine effettuata dagli studenti del gruppo che hanno intervistato 500 coetanei è emersa una diffidenza nei confronti della didattica a distanza ritenuta non formativa come la didattica in presenza per l’83,8 dei ragazzi. Tre studenti su quattro poi ritengono non si sia fatto abbastanza prima di chiudere le scuole, mentre l’89,2% non ha la possibilità di frequentare in presenza i laboratori perché molti istituti non si eano organizzati con i laboratori nemmeno a settembre tanto che solo 2 studenti su 5 vi accedevano. "Con la Dad i livelli di apprendimento sono più bassi - insiste il giovane studente - e il nostro sondaggio lo rileva. Tra problemi di connessione, le difficoltà che incontrano i docenti nel fare lezione e la nostra capacità di seguirli, stare in classe o a casa è molto diverso. Non a caso molti insegnanti sono d’accordo con noi, anche loro non ne possono più della didattica a distanza. Inoltre con la Dad è difficile intercettare i disagi e capire i reali problemi di un ragazzo".

Ma se i ragazzi dovessero raggiungere la scuola si creerebbero pericolosi assembramenti alle fermate e sovraffollamento sui mezzi. "Ci sono stati incontri e task force con prefetti per adottare un nuovo piano trasporti - conclude Simone Ficicchia - che prevedesse più corse. Le scuole si erano organizzate per consentire al 50% degli studenti di seguire le lezioni in presenza. Poi è cambiato tutto. Ora vedremo se lunedì si potrà davvero tornare a scuola. Da parte nostra, meteo permettendo, anche oggi faremo lezione davanti alla scuola. E sicuramente i passanti si fermeranno di nuovo a parlare con noi e a sostenerci". Dopo le vacanze natalizie anche l’attività del collegio universitario Santa Caterina da Siena e della residenza universitaria biomedica riprende, ma in sicurezza. Personale, studentesse e studenti verranno sottoposti a tampone antigenico. "Dobbiamo avere ancora pazienza per il ritorno alla normalità, ma grazie all’impegno di tutti, proseguiremo il nostro lavoro con serenità", spiega la rettrice Giovanna Torre.