Casteggio, la versione del ladro ferito da uno sparo: "Non volevo rapinare"

Il 26enne albanese soffre i postumi del colpo di fucile

L’accesso della casa di Antonio Bonfiglio (Torres)

L’accesso della casa di Antonio Bonfiglio (Torres)

Casteggio (Pavia), 15 maggio 2018 - La sua versione è che voleva rubare, ma non rapinare. E la difesa spiega che a causa dello sparo, Zef Tuci «sembra abbia dei postumi, qualche residuo che deve essere ancora monitorato dai medici». Così il suo avvocato Carlo Madama ha spiegato l’attuale situazione di salute del ventiseienne albanese.

A marzo, l’autotrasportatore Antonio Bonfiglio, cinquantasei anni, gli aveva sparato perché l’aveva trovato nottetempo nella sua proprietà a Casteggio. Bonfiglio, indagato per eccesso colposo di legittima difesa, aveva spiegato che quella sera era uscito di casa col fucile perché aveva sentito dei rumori e pensava ci fossero dei cinghiali, ma nel buio della sera si era trovato faccia a faccia con Tuci armato di un bastone che aveva cercato di aggredirlo. Sentito nelle scorse settimane dai carabinieri, Tuci, che era allora assistito dal legale d’ufficio Maria Teresa Gobba, aveva raccontato invece ai militari la sua versione dei fatti, rispondendo alle domande, fornendo una storia lievemente diversa da quella del cinquantaseienne. L’albanese aveva ammesso di essere andato a casa del casteggiano per rubare, e quindi di essersi introdotto nella sua proprietà, ma sembra abbia negato la circostanza dell’aver avuto un bastone come arma per aggredirlo. Aveva inoltre precisato di non aver preso nulla quella sera.

Adesso «la situazione è in divenire, il mio assistito attualmente è a sua volta indagato per tentata rapina – ha sottolineato il suo legale, Madama –. Le indagini sono ancora in corso, valuteremo prossimamente un eventuale interrogatorio con il Pm». Tuci al momento si trova in stato di libertà ed è in Italia. Mentre era in ospedale, Tuci ha ricevuto la visita dell’europarlamentare Angelo Ciocca, che l’ha ripreso con un video in diretta Facebook e gli ha consegnato un cartello che indicava quanto le sue cure erano costate agli italiani: «Sono questioni politiche non credo ci saranno conseguenze penali», ha precisato al riguardo il legale che assiste Tuci. Per ora, la situazione giudiziaria è ferma in attesa della conclusione delle indagini da parte delle autorità, non sono ancora state formulate ipotesi processuali.