Casei Gerola: rogo nel deposito di rifiuti. Cosa è bruciato e quali sono le ipotesi

Vigili del fuoco in azione con otto mezzi, quattro ore di lavoro. Una centralina misurerà la qualità dell’aria in paese

Vigili del fuoco impegnati a domare le fiamme

Vigili del fuoco impegnati a domare le fiamme

Casei Gerola - Alba di fuoco e fiamme che si vedevano a chilometri di distanza. Casei Gerola ieri si è svegliata con la paura di vivere un film già visto: in un impianto di trattamento rifiuti si era sviluppato un incendio. Il rogo è divampato alle 4 nell’area industriale di via Enrico Fermi, nei pressi dell’ex zuccherificio. E’ stato il custode che vive all’interno dell’area a dare l’allarme quando ha visto scattare i sensori anticendio. Subito ha preso il telefono e ha chiamato il responsabile che segue l’impianto per la Re Vetro srl. Quando l’uomo è arrivato nella zona industriale, però, le fiamme erano già alte. Di conseguenza ha potuto soltanto chiedere l’intervento dei vigili del fuoco che sono arrivati a Casei Gerola da tutta la provincia.

"L’incendio ha riguardato un capannone di una società che ritira rifiuti ed è autorizzata a farlo - ha spiegato il sindaco Leonardo Tartara arrivato in via Fermi alle 8 -. Contrariamente a quanto è stato inizialmente detto non si è trattato di un capannone abbandonato, ma viene utilizzato dall’azienda che svuota le campane del vetro per conto di Asm Voghera". Il capannone di circa 5mila metri quadrati, posto all’interno di un’area di circa 30mila metri nei pressi dell’ex zuccherificio è destinato allo stoccaggio di vetro e lattine, ma anche di materiale legnoso e ingombranti. Da un anno l’impianto è gestito dalla Re Vetro che segue 5mila campane tra Voghera e Tortonese e opera anche in Liguria, Piemonte, Toscana ed Emilia per un totale di 132 comuni. "I capannoni sono di proprietà di una società immobiliare - ha sottolineato Luigi Orlando, amministratore della Re Vetro arrivato in tutta fretta da Genova dove vive - e li utilizziamo per un’attività di separazione di rifiuti ingombranti che derivano dalla raccolta effettuato all’isola ecologica. E’ bruciato in parte il legno che è altamente infiammabile e in parte lo scarto della selezione di questi ingombranti. Fortunatamente non molto".

L’area interessata dal rogo è di circa 2mila metri quadrati sui quali le squadre dei vigili del fuoco di Pavia, Voghera, Robbio e Mortara che sono arrivate con quattro autobotti serbatoio, tre autopompe e l’autoscala e hanno lavorato per circa 4 ore per spegnere le fiamme e raffreddare l’area come si vedeva dal vapore sprigionato. "L’incendio è stato subito circoscritto - ha aggiunto il primo cittadino - e all’interno non si trovavano rifiuti pericolosi. Le prime misurazioni effettuate da Arpa che è intervenuta insieme ad Ats non hanno rilevato dati preoccupanti di elementi tossici. Ma le analisi non si fermeranno a questo, in paese sarà collocata una centralina per verificare la qualità dell’aria che respiriamo. In caso di fumo si raccomanda di tenere le finestre chiuse".

Sulle cause del rogo indagano i carabinieri e tutte le ipotesi sono al vaglio, dal corto circuito al dolo. "Aspettiamo la relazione dei vigili del fuoco per fare chiarezza - ha sottolineato Tartara -. Per il momento posso soltanto dire che quando sono arrivato sul posto non ho trovato nulla che potesse far pensare a un’ipotesi dolosa, ma io sono arrivato attorno alle 8. Soltanto le relazioni dei tecnici potranno darci le risposte che chiediamo". Ancora da quantificare anche i danni riportati dalla struttura dove il tetto è stato completamente distrutto dalle fiamme, ma nessun danno è stato riportato dalle strutture adiacenti e non solo, nessuna persona è rimasta ferita. "L’aspetto che più ci sta a cuore - ha concluso il sindaco Taverna - è che non ci siano stati feriti e che la salute pubblica sembra non essere in pericolo anche se Ats raccomanda ai residenti di tenere chiuse le finestre in caso di fumo. Per approfondire le cause dell’incendio, ci sarà tempo".