Detenuto crea un bastone in cella e infilza le mani di due agenti

Vigevano, protesta di un 40enne marocchino vicino alla scarcerazione

L’ingresso del carcere di Vigevano

L’ingresso del carcere di Vigevano

Vigevano, 27 settembre 2016 - La protesta di un detenuto del carcere vigevanese dei Piccolini, ha provocato il leggero ferimento di due agenti della polizia penitenziaria. L’episodio è avvenuto venerdì. L’uomo, un marocchino 40enne, detenuto per reati minori e prossimo alla scarcerazione, ha usato parti degli arredi per ottenere un bastone appuntito con il quale ha colpito alla mano i due agenti che, successivamente soccorsi, sono stati giudicati guaribili in 8 giorni. Una volta bloccato, l’aggressore è stato spostato in un’altra cella ma anche lì ha continuato a rompere gli arredi. Un secondo intervento del personale lo ha fatto desistere. «Si è trattato di un evento decisamente pericoloso – commenta Luca Davoli, coordinatore provinciale della Uil Pa polizia penitenziaria – avrebbe potuto concludersi con danni ben maggiori. Potrebbe profilarsi anche l’ipotesi di tentato omicidio, ma su quello si dovrà esprimere l’autorità giudiziaria. Resta il fatto che il detenuto, già in protesta, ha realizzato un bastone appuntito per infilzare chiunque entrasse nella sua cella. Si è trattato di un frangente nel quale il personale ha rischiato grosso – conclude il sindacalista – e di un episodio che in una casa di reclusione, nella quale i soggetti dovrebbero avere già in atto un percorso di reinserimento sociale, non dovrebbe verificarsi».

Sulla vicenda interviene anche il segretario regionale della Uil, Michele De Nunzio: «Dobbiamo constatare che gli episodi di aggressione iniziano a essere numerosi. Se la separazione per tipologie e circuiti detentivi ha una sua logica, in una casa di reclusione questo non dovrebbe accadere. Il detenuto pare sia stato inopportunamente assegnato a Vigevano in virtù della sua posizione giuridica. Segnalare questi fatti non basta: vogliamo avanzare suggerimenti dettati dall’esperienza sul campo all’amministrazione, chiedendo che, in determinati circuiti, si usino alternative per gli arredi delle celle».