Arena Po, morti in vasca: è l'ora del coraggio

Allevamento aperto e una comunità Sikh unita nella tragedia

Titolari dell’azienda e dipendenti non hanno avuto scampo

Titolari dell’azienda e dipendenti non hanno avuto scampo

Arena Po (Pavia), 14 settembre 2019 - Il giorno dopo la tragedia, le famiglie e l’intera comunità Sikh mostrano un’incredibile forza. Ad Arena Po, in via San Rocco, il cancello dell’azienda agricola che giovedì pomeriggio era sbarrato prima per non intralciare i soccorsi, poi per il sopralluogo degli inquirenti, ieri mattina era spalancato. Come aperta e accogliente, oltre che solidale, si è mostrata anche in un momento così difficile l’indole di una comunità a volte guardata con un po’ di distanza, se non proprio diffidenza, per via delle appariscenti differenze che la caratterizza. I colori sgargianti dei turbanti e le barbe lunghe come la portava anche Tarsem Singh, il 45enne minore dei due fratelli morti insieme a 2 dipendenti nella vasca dei liquami, si alternano anche ad abiti e apparenze più occidentalizzati. Charnjit Singh, 24enne nipote dei titolari dell’allevamento che hanno perso la vita, non ha la barba lunga e non indossa il turbante, ma ha l’orecchino come molti coetanei italiani. Parla con accento tipicamente lombardo e accoglie i cronisti facendo anche un po’ da scudo al dolore delle zie.

"Cerchiamo di darci una mano tutti - risponde il giovane con una gentilezza che nasconde bene il dolore - perché ci sono situazioni che non possono aspettare. Le mucche nella stalla devono essere accudite ogni giorno, anche oggi e poi domani". Come portare avanti un allevamento che con circa 300 mucche da latte è uno dei più grandi rimasti nel Pavese, senza i due fratelli che lo gestivano e ben 2 dei 3 dipendenti? "Sì - conferma Charnjit - qui ci lavoravano in 5 e con gli zii sono morti in 4. Sostituirli è impossibile, ma stiamo provando a superare l’emergenza. Siamo un po’ di parenti, alcuni che lavorano nello stesso settore, in altri allevamenti nel Cremonese e nel Bresciano". Lui di lavoro fa altro, ma è comunque lì a dare una mano. "Io faccio l’operaio - conferma il 24enne - ma altri parenti conoscono invece bene il lavoro nelle stalle. Non ci si può improvvisare, perché bisogna sapere cosa fare. Questo è il primo aspetto che stiamo affrontando oggi, molto concreto e pratico. Poi ci sarà da affrontarne altri, più burocratici, per la successione nell’azienda". Un allevamento che dava da vivere alle famiglie dei due fratelli titolari, ciascuno con le rispettive mogli e 2 figli (due ragazze già maggiorenni, le figlie di Prem Singh, un 17enne e la sorella minore i figli di Tarsem) tutti ancora studenti, oltre che dei 3 dipendenti: un patrimonio che ora le famiglie cercano di non perdere dopo la tragedia che ha già portato via i loro cari. "Sarà difficile - conclude Charnjit - ma siamo qui, affrontiamo una cosa alla volta, aiutandoci tutti e facendoci forza per continuare".