Addio al cooperante morto in Perù "La tua vita sempre per il prossimo"

Pavia, chiesa gremita per l’ultimo saluto ad Alberto Fedele. Ricordi di lui su un quaderno

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Aveva amici in tutto il mondo, Alberto Fedele e ognuno di loro ha voluto scrivere su un quaderno un ricordo del 30enne. Ieri mattina coloro che hanno potuto partecipare al funerale del cooperante pavese morto lo scorso 4 luglio durante un’escursione in alta montagna in Perù, hanno consegnato i loro pensieri, i loro ricordi alla famiglia del giovane. Lo hanno fatto nella chiesa di San Luigi Orione dove il parroco don Giuseppe Volponi ha celebrato le esequie. "Amavi le montagne, come le ha amate Gesù, in una continua salita verso l’alto. Oggi ci congediamo da te, in questa tua ultima ascesa verso il cielo" ha detto il sacerdote davanti a una chiesa gremita. Il 30enne, il 4 luglio, era partito da solo per una camminata verso la laguna, a 4.800 metri di altitudine, da cui non è più rientrato. Cercato disperatamente per settimane, il corpo senza vita del volontario è stato trovato, a metà settembre, su un lato della laguna Juchuyccoha, nel settore del Chicòn (provincia di Urubamba).

Ingegnere gestionale, da un anno Alberto Fedele s’era trasferito a Cusco, in Perù, per collaborare con l’ong We World a un progetto di cooperazione. "La tua vita, caro Alberto, è sempre stata proiettata a favore del prossimo - ha sottolineato don Volponi nell’omelia -. Amavi viaggiare per esplorare, ma soprattutto per aiutare gli altri: per questo hai lasciato il tuo lavoro e speso la tua professionalità a favore di chi ha bisogno di aiuto". In memoria del 30enne gli amici intendono costruire un rifugio per i soccorritori di montagna. M.M.