
Massimo Crippa detta la linea: "Renate ambizioso, ma con umiltà"
Difficile che parli alla stampa, non gli piace farlo. Ma questa volta ha fatto tutto lui. Il primo ad arrivare alla presentazione di Luciano Foschi, il primo a sedersi al tavolo della conferenza e senza che nessuno gli ponesse una domanda (vista la sua idiosincrasia in materia) ha iniziato a parlare “sua sponte“ partendo dalla nuova stagione, la 15esima assieme al Renate tra i professionisti, ma soprattutto della vecchia, quella in cui pochissimo ha funzionato. Partiamo da qui perché il succo del discorso avviato e finito dal direttore generale Massimo Crippa è stato il seguente: abbiamo salvato la pellaccia. "Può capitare un anno del genere, difficile, in cui tutto va per il verso sbagliato, ma siamo stati comunque bravi a venirne fuori. Quando capitano campionati del genere l’importante è limitare al minimo i danni e alla fine ce l’abbiamo fatta. Adesso siamo pronti a ripartire...".
E spiega la scelta ricaduta su Luciano Foschi. "Ci serviva un allenatore che conoscesse già l’ambiente, la società, certi giocatori. Ora il nostro compito è quello di mettergli a disposizione un organico che posso fare bene e che ci permetta di tornare alle posizioni di classifica a cui eravamo abituati e centrare il nostro obiettivo che sono i playoff. Da qualche anno ci siamo posizionati lì, peccato per il passaggio a vuoto del 2024". Crippa è più diretto, vuole i playoff. Foschi ha parlato invece di percorso che prevede salvezza, consolidamento e playoff. Differenze da limare. Poi un altro dietrofront al campionato appena trascorso ("Poi non ne parliamo più…" ha detto). "Siamo stati tutti responsabili a partire dal sottoscritto, la società, ma anche i giocatori a cui è stata concessa la massima fiducia da parte nostra che loro non hanno ripagato arrivando almeno nelle prime dieci, che era l’obiettivo minimo della passata stagione. In mezzo a mille difficoltà ci siamo salvati, abbiamo anche cambiato due volte l’allenatore. Bastava poco per fare meglio ma se in trasferta siamo state tra le migliori, in casa siamo stati disastrosi e questo non deve più accadere.
Restiamo ambiziosi ma con umiltà. Non siamo più il Renate dei primi anni di Serie C che qualcuno sottovalutava, ci siamo guadagnati un certo rispetto tra le avversarie e ciò avviene solamente grazie ai risultati e alla serietà dei dirigenti".
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