Gran Premio: Verstappen? Questa volta ha vinto Monza

Da Mattarella ai Ferragnez, tanti i vip, ma anche i tifosi comuni che sono arrivati dal Canada o dalla Spagna per la gara del centenario

Tifosi Ferrari

Tifosi Ferrari

Monza - «Il giallo Modena ha portato fortuna per la pole, per la gara forse avrebbero dovuto metterne ancora di più sulla macchina. Magari per la prossima gara lo faranno...". Maria e Paulo sono arrivati da Madrid per tifare Ferrari. Anche loro vestendo le t-shirt con la nuova livrea di Maranello.​ «Siamo qui ovviamente per Carlos Sainz e Fernando Alonso, che resta sempre nel cuore di noi ferraristi. È stato un peccato veder finire la gara così". La prendono con filosofia, anche per non rovinarsi il resto del loro viaggio in Italia. Mentre Gerardo è più sanguigno. Vestito con la divisa da ‘uomo Ferrari’, in spalla la bandiera del Cavallino, non si dà pace: "E certo che poteva andare meglio, ma come si fa a stare davanti per quasi tutta la gara e poi perdere in questo modo! E poi qualcuno dovrà spiegare perché non hanno liberato subito la pista dalla macchina rimasta ferma e perché la safety car è rimasta in pista così tanto. Per me dovevano farla rientrare prima, oppure far durare la gara uno o due giri in più, così vedevamo un finale combattuto. Sono sicuro che Leclerc sarebbe riuscito a passarlo".

Gerardo parla da tifoso di cuore. È arrivato a Monza apposta da Toronto, in Canada. "Siamo una comitiva di 120 appassionati, tutti iscritti allo Scuderia Ferrari club di Toronto e tutti italo-canadesi", racconta Gerardo. Ogni tanto scuote la testa ripensando che "così non va bene, oggi la Ferrari doveva vincere". È stato il suo primo Gran premio a Monza. Lui che a 16 anni è partito dalla provincia di Avellino verso il lago Ontario per cercare fortuna. Ora si gode la pensione e appena può va in giro per il mondo: "Andremo anche ad Abu Dhabi, la passione è la passione. Comunque qui a Monza è stato un disagio, come non ho mai vissuto da nessun’altra parte". Mette la mano in tasca e tira fuori gli ultimi token che gli sono avanzati: "Ci avevano detto che c’erano i braccialetti dove caricare il credito per evitare di maneggiare i soldi agli stand del food, ma erano più quelli che non funzionavano e così ci hanno dato questi gettoni, dopo code infinite, anche di due ore per prendere un panino e una birra". I tifosi non hanno ancora smaltito la rabbia e la delusione per come è finito il Gp: "Ma non poteva metterla davanti prima, Leclerc! Non si può finire una gara a Monza dietro alla safety car. Poi proprio davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella".

Il popolo della Formula Uno, quando il capo dello Stato è arrivato poco prima del via della gara, lo ha accolto con un affettuoso applauso. Protetto da un rigido cordone di sicurezza, Mattarella (che già nel 1999, da ministro, aveva premiato a Monza il vincitore del Gp, Heinz-Harald Frentzen sulla Jordan) è stato accompagnato nel paddock, un saluto alla squadra e ai piloti, poi in griglia di partenza per l’Inno di Mameli cantato da Andrea Bocelli e il passaggio delle Frecce Tricolori e dell’airbus di ITA griffato con il logo del centenario dell’autodromo di Monza e dedicato a Enzo Ferrari«Sono sempre stato un patriota e quando c’è l’occasione di poter cantare l’Inno sono sempre presente e contento – le parole del tenore toscano – a maggior ragione davanti al Presidente". Una giornata di emozioni. E di selfie. A cominciare da quello di Fedez e Chiara Ferragni con Sergio Mattarella. Nel paddock è una sfilata. Avanti e indietro. Ospiti più o meno vip, politici, alte divise, sportivi e cantanti. Da Francesca Michielin a Fabio Rovazzi, da Albano a una sempre energica Iva Zanicchi che però, con genuina schiettezza, dopo un primo giro di hospitality non le manda a dire: "Adesso dovete farmi sedere un attimo".

Comunque "oggi dobbiamo urlare tutti cento, cento, cento", dice ricordando il coro mentre girava la ruota durante “Ok il prezzo è giusto“, la sua tramissione negli anni Ottanta. Qui a Monza è già stata, "a Monza sono affezionata, abito a Lesmo e sono venuta tante volte negli anni Ottanta – ricorda –. Ero amica di Niki Lauda, conoscevo bene Enzo Ferrari. Finché c’era lui venivo, poi basta". E sul tifo, "non scherziamo, per me c’è solo la Ferrari. Anche se arrivasse ultima. Fedele sempre".​ La stessa fedeltà che mostrano i ‘rossi’. Forse non dimostrano troppa sportività fischiando la vittoria della Red Bull di Max Verstappen, ma il loro calore non lo fanno mancare. E dopo due anni di astinenza a causa del Covid, dopo la bandiera a scacchi si riprendono la tradizione dell’invasione di pista. Il podio sospeso sulla linea del traguardo è un balcone da cui i piloti possono ammirare un oceano di persone. E il grande cuore Ferrari che ondeggia accompagnato dai cori da stadio e dai fumogeni (rossi). Che celebrano, anche, il record di presenze nella storia di Monza: 337mila in tre giorni.