Monza, Stroppa esonerato: il salto (storico), il "Giovannino d'oro", la cacciata

"Torno a casa" aveva detto nel luglio 2021: storia di un allenatore dai modi gentili e dal carattere vincente, licenziato nel momento in cui sperava di cambiare marcia

Giovanni Stroppa

Giovanni Stroppa

Monza, 13 settembre 2022 - Da simbolo della prima, storica, promozione in serie A in 110 anni di storia, a capro espiatorio esonerato. E' la parabola di Giovanni Stroppa che, da oggi, non è più l'allenatore del Monza. A sorpresa, perchè dopo cinque ko domenica aveva ottenuto il primo punto con il Lecce. A sorpresa, perchè proprio al triplice fischio del "Via del Mare", era trapelata una conferma da parte della società. Stroppa lascia dopo sei partite. 

L'arrivo la scorsa estate, Galliani: "E' il suo destino" 

il 5 luglio scorso, l'amministratore delegato Adriano Galliani aveva presentato così uno dei suoi "pupilli", reduce da un'annata in serie A con il Crotone chiusa anticipatamente dall'esonero: "Monza è nel suo destino. È una storia lunghissima di affetto e di amore. È un vincente, ha vinto la serie C con il Foggia, ha vinto in B con il Crotone. Berlusconi voleva risultati e bel gioco. Abbiamo scelto Giovanni per questi due motivi". Stroppa aveva vissuto il Monza da calciatore, ad inizio carriera, tra il 1987 e il 1989, centrando anche la promozione in serie B. Poi, il ritorno al Milan con cui conquista, in due anni, una Coppa dei Campioni, due Supercoppe europee e due Coppe Intercontinentali,  segnando anche un goal nella finale contro l'Olimpia Asunción. "Torno a casa", aveva detto Stroppa riferendosi a Monza. 

Il maestro Zeman e il 3-5-2 offensivo

Stroppa cerca subito di tenere fede all'etichetta di allenatore d'attacco. Il suo 3-5-2 "è un 3-3-4", scherza Galliani. Le sue parole più frequenti sono "dominio del campo" e "attaccare in tanti la porta". Eredita la squadra da Cristian Brocchi, mai entrato davvero nel cuore dei tifosi, e la sua impronta si vede. Solo, con troppa discontinuità. In serie B il Monza, insieme all'altra corazzata, il Parma, è obbligato a vincere. Ma i risultati sono altalenanti. A differenza del predecessore, sulla cui testa aleggiavano costantemente i fantasmi dei vari potenziali successori (D'Aversa, Donadoni, Andreazzoli solo per citarne alcuni), in B Stroppa non è praticamente mai a rischio. Nemmeno quando perde a Perugia e vede sfumare la promozione diretta, conquistata poi ai playoff battendo Brescia e Pisa. 

La promozione e il "Giovannino d'oro"

Il salto in serie A, atteso per 110 anni, fa esplodere la festa a Monza e in tutta la Brianza. Stroppa è uno dei simboli. "Sono emozionato, è incredibile ed è bellissimo. Una soddisfazioni incredibile per come è iniziata la stagione e per il lavoro che abbiamo fatto. Arrivare a Pisa e avere gli attributi di vincere è stato straordinaria". Straordinario, altro termine che Stroppa usa spessissimo in riferimento ai giocatori e alla società. In giugno, per lui, arriva anche la massima onoreficenza della città di Monza , il "Giovannino d'oro". La conferma è scontata, ma in molti già brontolano: "Ci vorrà ben altro in serie A, vedrete che non durerà", la vox populi. 

Il mercato estivo e gli scricchiolii

Dopo la grande festa promozione, arriva il mercato. Sedici acquisti, i "colpi" sono soprattutto Sensi dalla Sampdoria (via Inter) e Petagna dal Napoli. Senza dimenticare il monzesissimo Pessina dall'Atalanta. La società si sbilancia: "Decimo posto". Stroppa chiarisce: "Salvezza". Non solo: l'allenatore sottolinea spesso che i giocatori arrivati non sono in condizioni atletiche perfette, per via di infortuni pregressi. "La società sa delle difficoltà nella costruzione della squadra e degli infortuni, sa che ci sono situazioni da gestire, sa che qualcuno è arrivato tardi e ha bisogno di tempo. Stiamo portando avanti un certo tipo di lavoro". Il tecnico sembrava tranquillo: "Dormo sereno. So che per qualcuno sono già a casa... Ma è il gioco delle parti. So anche cosa posso dare alla squadra e cosa sto dando. Di fatto ho appena iniziato a lavorare, La società mi ha difeso pubblicamente. Cresceremo". Non ne ha avuto il tempo.